Caso stretta di mano, Di Monte-Sacchi-Aia, non esiste

Due persone sono state strumentalizzate senza pensare alle conseguenze: l'arbitro Sacchi e l'assistente Francesca Di Monte. Katia Senesi, componente del Comitato nazionale dell'Aia, racconta come sia stato montato un caso dal nulla su un saluto tra i due.

8 ottobre 2023
Arbitri: Di Monte-Sacchi-Aia,il caso stretta di mano non esiste

Arbitri: Di Monte-Sacchi-Aia,il caso stretta di mano non esiste

Un caso è stato creato dal nulla riguardo alla stretta di mano tra l'arbitro Sacchi e l'assistente Francesca Di Monte, afferma Katia Senesi, membro del Comitato Nazionale dell'Aia. I due protagonisti hanno raccontato all'ANSA: "Prima del fischio d'inizio, nel tunnel, l'arbitro saluta i capitani mentre noi abbiamo un nostro momento di saluto in campo. Il mio volto appare stupito perché sono stata colta di sorpresa e mi dispiace che un breve video venga strumentalizzato per toccare temi molto pesanti che invece richiedono una forma di rispetto e delicatezza diverse". L'arbitro Sacchi ha dichiarato: "È incredibile come sia nato un caso da questo episodio. Nè io né lei ci saremmo immaginati queste reazioni. Negare il saluto a un collega non è un gesto che mi appartiene". Senesi, che fa parte del Referee Convention Panel dell'UEFA, è "molto dispiaciuta per dover leggere da due giorni parole molto pesanti sui giornali, dove due nostri arbitri, due brave persone, sono finiti nel fango per un malinteso creato sui social. All'AIA le associate sono considerate al pari degli uomini perché si impegnano tanto ancor prima che essere donne da proteggere. È spiacevole vedere come siano stati entrambi strumentalizzati senza pensare alle conseguenze. Il video spiega tutto bene se si ha la voglia di guardarlo senza secondi fini, il saluto nel tunnel non è stato fatto a nessuno dei due assistenti, come da prassi. Dietro alla figura di un arbitro o di un assistente c'è una persona che fa sacrifici, ci sono famiglie e figli che ne soffrono. Questa gogna - conclude Senesi - rischia di alimentare rancori o rivendicazioni, mentre noi cerchiamo di farci conoscere per quello che siamo e facciamo ogni giorno".

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