Le ’Fate’ fanno la storia: è argento. Un podio atteso da ben 96 anni. Davanti solo il Dream Team Usa

D’Amato, Esposito, Villa, Iorio e Andreoli hanno ottenuto una medaglia che mancava da Amsterdam 1928. Il tecnico Casella: "Queste ragazze sono una famiglia, lo spirito della squadra è davvero meraviglioso". .

di ALESSANDRO TREBBI -
31 luglio 2024
Un podio atteso da ben 96 anni. Davanti solo il Dream Team Usa

D’Amato, Esposito, Villa, Iorio e Andreoli hanno ottenuto una medaglia che mancava da Amsterdam 1928. Il tecnico Casella: "Queste ragazze sono una famiglia, lo spirito della squadra è davvero meraviglioso". .

Non siamo mica le americane, direbbe Vasco. Ci andiamo molto vicino, però. Le fate della ginnastica artistica si superano in una gara emozionante, che si accende nel finale grazie anche alla poderosa rimonta del Brasile e conquistano un argento a squadre che sa di oro, perché Biles e compagne sono davvero irraggiungibili, oggi. Un risultato a suo modo storico perché l’unica altra medaglia nel team event le azzurre l’avevano vinta nel 1928, sempre argento ad Amsterdam quando le dodici ‘piccole pavesi’ arrivarono dietro le padrone di casa. Novantasei anni da allora, con un fantastico bronzo mondiale nel 2019 e una cocente delusione a Tokyo tre anni fa, quando arrivò un quarto posto beffa. Un successo davvero di squadra, perché le azzurre sono state regolarissime e dove è calata una ha sempre sopperito un’altra, senza mai errori vistosi e, accanto ad Alice D’Amato, Manila Esposito, Angela Andreoli, Giorgia Villa, anche la stoica Elisa Iorio, che ha eseguito coraggiosamente il suo esercizio alle parallele asimmetriche nonostante l’infortunio alla caviglia. Lo ha sottolineato anche il tecnico, il rugbista Enrico Casella: "Queste ragazze sono una famiglia, ed è meraviglioso lo spirito col quale si sostituiscono una con l’altra quando qualcuna ha un problema". Tutte emozionatissime in zona mista, le ragazze prima salutano i genitori venuti a sostenerle e poi provano a liberarsi da una tensione che non ne vuole sapere di andarsene: "Avevo una grande ansia addosso – racconta Angela Andreoli, l’ultima a scendere in pedana al corpo libero – ma le altre ragazze sono riuscite a mettermi tranquilla, è grazie a loro che è venuto fuori un esercizio così buono".

Alla Bercy Arena l’atmosfera era bollente, con Serena Williams, Nicole Kidman, Jay-Z sugli spalti a tifare Simone Biles, un catino spudoratamente schierato a favore delle americane: ogni uscita dall’attrezzo un’ovazione per Biles. In un contesto del genere l’Italia era accoppiata proprio agli Stati Uniti nei quattro attrezzi, e alla fine dei conti avere davanti e a fianco le migliori è stato uno stimolo per le ragazze allenate da Caselli. Terze dopo la prima rotazione al trampolino, le azzurre hanno accelerato alle parallele asimmetriche con una prestazione straordinaria di Alice D’Amato (14.633, miglior punteggio di giornata della squadra) e anche la Iorio sopra i 14. Da lì l’Italia è sempre stata seconda, uscendo indenne dalla trave e tremando soltanto al corpo libero, con la rimonta di Brasile e Gran Bretagna rintuzzata dall’ottimo esercizio finale della Andreoli, il penultimo in generale. A chiudere, ovviamente, Simone Biles, col suo 14.666, un oro annunciato, il suo quinto personale, la standing ovation della Bercy Arena. Dietro l’Italia, appunto, poi un sorprendente Brasile al bronzo. Due modi diversi ed entrambi bellissimi di fare la storia, Simone Biles e le ‘fate’, che hanno vissuto la loro notte magica.

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