San Siro, tentativi di futuro. I piani per ristrutturare il ’tempio’. Milan e Inter chiedono la proprietà, dubbi sui settori chiusi coi lavori

Il summit in Comune con il sindaco Sala, Scaroni e Antonello lascia aperto ogni scenario per le milanesi . Tre mesi per lo studio di fattibilità: ma i club hanno come prima opzione i ’traslochi’ a San Donato e Rozzano.

di MASSIMILIANO MINGOIA -
23 febbraio 2024
I piani per ristrutturare il ’tempio’. Milan e Inter chiedono la proprietà, dubbi sui settori chiusi coi lavori

I piani per ristrutturare il ’tempio’. Milan e Inter chiedono la proprietà, dubbi sui settori chiusi coi lavori

Le previsioni delle vigilia parlavano di "partita da 1X2" sul futuro dello stadio di San Siro e in effetti l’incontro di ieri mattina in Comune tra il sindaco Giuseppe Sala, da una parte, e il presidente del Milan Paolo Scaroni e l’amministratore delegato corporate dell’Inter Alessandro Antonello, dall’altra, ha partorito più dubbi che certezze sul destino che sarà riservato alla Scala del calcio. Tutti gli scenari restano in campo, dalla ristrutturazione del Meazza proposta dal primo cittadino ai nuovi impianti a San Donato Milanese e a Rozzano a cui stanno lavorando rispettivamente rossoneri e nerazzurri.

Al termine dell’incontro a Palazzo Marino, durato 35 minuti, Sala, Scaroni e Antonello si mostrano insieme nel cortile della sede del Comune, fanno una foto tutti e tre insieme e, subito dopo, i dirigenti dei due club vanno via nella macchina del presidente milanista per fare un breve punto post-vertice davanti a un caffè. La successiva nota del Comune preannuncia "la redazione di uno studio di fattibilità che dovrà essere consegnata in tre mesi" da Webuild, la società di costruzioni, tirata in ballo dal sindaco, che sostiene che, da una prima analisi, sia possibile la ristrutturazione e l’ammodernamento del Meazza senza far traslocare altrove le due squadre nel corso dei lavori. Un’ipotesi che i due club avevano scartato in passato perché ritenuta tecnicamente impossibile. Da qui, prima, il progetto per realizzare un nuovo stadio di fianco all’attuale e, poi, i progetti per i nuovi impianti a San Donato e Rozzano, progetti ai quali – e la nota comunale ne prende atto – Milan e Inter non rinunciano: i rossoneri hanno già acquistato l’area a San Donato mentre i nerazzurri dovranno decidere entro aprile se rinnovare o meno il diritto di prelazione sul terreno dei Cabassi a Rozzano.

Sul restyling del Meazza, intanto, la nota del Comune riassume i dubbi espressi da Scaroni e Antonello a Sala: i due club sono preoccupati di subire "danni economici" dalla chiusura di alcuni settori dello stadio nel corso dei lavori e si chiedono se il cantiere sarebbe compatibile con il calendario delle partite di campionato e di coppa e, anche, dei concerti estivi a San Siro, eventi musicali che renderebbero improbabile concentrare i lavori di ristrutturazione solo nei mesi estivi.

La nota del Comune, inoltre, definisce "questione vincolante, nelle forme da definire, che lo stadio dovrà divenire di proprietà delle squadre". Milan e Inter, cioè, hanno chiesto a Sala che, in caso di sì al progetto di ristrutturazione, il Meazza riammodernato diventi dei club. Il motivo? Lo stadio sarebbe un asset immobiliare importante per la patrimonializzazione delle due società calcistiche.

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