Mondiali di Zurigo, nella crono Pippo argento a soli sei secondi ed Edoardo bronzo: il belga colleziona un altro successo dopo il bis ai Giochi. Ganna-Affini: storica Italia dietro al fenomeno Evenepoel
Non basta correre un’ottima cronometro per battere Remco Evenepoel: si era già visto ai Giochi, stessa sentenza ai mondiali. Ormai...
Non basta correre un’ottima cronometro per battere Remco Evenepoel: si era già visto ai Giochi, stessa sentenza ai mondiali. Ormai Pippo Ganna non sa più cosa inventarsi per arrivare davanti al fenomeno belga, che a Zurigo gli infligge il terzo secondo posto in fila dopo l’Olimpiade e la prova iridata di un anno fa. E’ un verdetto striminzito, sei secondi appena, in una giornata che per l’Italia poteva esser bellissima e resta ugualmente bella perché sul podio da terzo sale anche Edoardo Affini, fresco di titolo continentale. Due medaglie azzurre, come all’Europeo: mai visto sugli schermi mondiali in trenta edizioni di questa specialità.
"Mi spiace aver perso l’oro per così poco, ma a sconfiggermi non è stato un outsider. Remco è stato straordinario, gli sono arrivato vicino su un percorso adatto a lui, questo mi fa pensare che potrò tornare a batterlo", racconta Pippo Ganna dopo una delle migliori crono in carriera. Non può rimproverarsi nulla il primatista dell’ora, perché dopo un mese senza corse riappare e fa tutto bene: viaggia regolare, regge il ritmo indiavolato del belga sugli strappi, infine esplode nel solito finale che gli consente di raggiungere Roglic, partito prima di lui, e lo porta a un passo dal miracolo. Per uno che in sei partecipazioni è salito sul podio cinque volte (due ori, altrettanti argenti e un bronzo), non è un titolo perso, ma una medaglia vinta.
A un Superpippo di questo calibro può star davanti soltanto un marziano. Vedi alla voce Evenepoel: come ai Giochi, la sua regola è andare come una moto dall’inizio alla fine, viaggiando appallottolato sulla sua bici d’oro, aerodinamico come nessun altro. In testa dal primo all’ultimo metro, ha solo due momenti difficili: sulla pedana di partenza, quando sistemando il pedale fa cadere la catena, e nel finale, quando deve dosare lo sforzo dopo la fatica in salita. "Sapevo che avrei dovuto soffrire", racconta il belga, che a 24 anni dichiara un mondiale in linea, due a crono, due ori olimpici, una Vuelta e due Liegi, per restare alla superficie.
ComandA ancora Evenepoel, ma anche l’Italia non scherza: a ribadire che almeno nella crono la nostra possiamo dirla è anche Affini, galvanizzato dall’oro europeo e lui pure strepitoso nel finale. "Credo di aver fatto una crono davvero mondiale", le parole che regala quando ancora non immagina che davanti a lui finiranno solo i mostri Evenepoel e Ganna. Non il talento Tarling, non lo sfortunato Vine, caduto nel finale e sanguinante all’arrivo, non l’atteso svizzero Kung. Aspettando un’altra medaglia (mercoledì i due azzurri faranno la staffetta mista), a far sorridere il nostro povero ciclismo è pure il bimbo Antonio Tiberi, che conquista il Giro del Lussemburgo davanti all’iridato Van der Poel.
Ordine d’arrivo: 1) Remco Evenepoel (Bel) km 46 in 53’02’’ (media 52,156), 2) Ganna a 6’’, 3) Affini a 54’’, 4) Tarling (Gbr) a 1’17’’, 5) Vine (Aus) a 1’24’’, 12) Roglic a 2’06’’.
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