Martin o Bagnaia, l’arbitro si chiama Marquez

Marc vince anche in Australia davanti a Jorge, Pecco non corre rischi ma ora ha venti punti da recuperare: "Andavano più forte"

di RICCARDO GALLI
21 ottobre 2024
Martin o Bagnaia, l’arbitro si chiama Marquez

Sopra il podio di Phillip Island, da sinistra Martin, Marc Marquez e Bagnaia. Sotto il brindisi di Marquez

Bagnaia scende di nuovo a meno 20. Podio prezioso quello conquistato a Phillip Island, ma Martin con la Ducati (targata Pramac) ha fatto di meglio e ha sfruttato il weekend dell’Australia _ vittoria nella Sprint e secondo posto in gara _ per allungare di nuovo il passo nella classifica che deciderà il campione del Mondo 2024. Tutto questo mentre la stagione offre sull’orizzonte solo altri tre Gp e soprattutto mentre Marquez (lui con la Ducati del team Gresini) ha deciso di fare cose da fenomeno in questo finale di stagione.

E lo show di Phillip Island ne è stata la certificazione. Gara di spettacolo assoluto, segnata da una partenza a dir poco sbagliata, e poi costruita su una rimonta da numero uno. Sportellate, sorpassi, controsorpassi, ‘chiusure’ da brividi: Marquez ne ha avuto per tutti e ha messo la firma sulla terza vittoria stagionale come un leone. Il duello con Martin? Sempre e solo al limite. Come del resto quelli a tu per tu con Bagnaia che però, nella seconda parte della gara, ha sofferto più del previsto e ha mollato le posizioni, chiudendo dunque con un terzo posto prezioso e allo stesso pericoloso per il modo in cui si sta delineando il 2024 in attesa delle ultime tre tappe. Lo svantaggio di 20 punti una cosa la dice già: Pecco non ha più jolly da giocarsi per mettere in conto eventuali ‘zero punti’ (ritiri o cadute), perché Martin potrebbe prendere davvero il volo.

"Quanto pesa il fatto che Martin sia tornato a più 20? _ domanda Bagnaia _. Il nostro duello continua così. Una volta allunga lui, la volta dopo tocca a me. Tutto questo per ribadire quello che sostengo da tempo, ovvero che il Mondiale si deciderà a Valencia, all’ultima gara".

La rilettura del Gp dell’Australia da parte di Pecco è semplicissima. "Noi fino a quando ci siamo riusciti siamo andati davvero forte e anche io ero lassù, con Marc e Jorge. Poi loro due hanno iniziato a spingere come matti, ad allungare e quindi…".

Quindi Bagnaia ha applicato la sua politica di questi tempi: vietato correre grandi rischi e soprattutto vietato dilapidare punti che pesano come macigni nella ripartizione delle posizioni in classifica. Appuntamento, dunque, alle prossime tre tappe, a iniziare a domenica prossima in Thailandia, pista questa che piace da matti proprio a Marquez. "Mi sono divertito molto _ parola di Marc _. E’ stata una gara sempre sul filo e combattere con Pecco e Martin non è stata facile. Comunque volevo vincerla e ci sono riuscito nonostante una partenza infernale. Il feeling con la Ducati cresce di giorno in giorno in giorno".

Ducati che anche nella tappa australiana del Mondiale consolida il suo strapotere, lasciando agli avversari solo il settimo posto (la Ktm di Binder) come premio di consolazione. Nel Gp, dopo appunto il podio firmato da Marquez, Martin e Bagnaia, spiccano il quarto posto di Di Giannantonio (con la Desmo del Vr46), seguito da Bastianini (team Factory) e da super Morbidelli con l’altra Ducati Pramac.

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