"Siamo la nazionale rossa». Domenicali: "La Ducati, un orgoglio Made in Italy»

L’ad della regina a due ruote: "Al Mugello una festa con i colori azzurri. Sono il primo tifoso dei miei piloti, ma a volte bisogna fare scelte difficili".

di GABRIELE TASSI
14 giugno 2024

Domenicali: "La Ducati, un orgoglio Made in Italy"

Claudio Domenicali, ad di Ducati corse: che rapporto c’è fra un amministratore delegato e i suoi piloti?

"Io sono il loro primo tifoso. Ma averci a che fare è qualcosa di più, quello con i ragazzi, da Pecco a Enea è molto speciale: serve il giusto equilibrio fra un rapporto personale, diretto, e quello professionale. Mi sento il loro principale supporter, ma a volte bisogna fare scelte laceranti perché non si riesce a tenere insieme tutto. Bisogna tener conto della gestione delle squadre e dell’equilibrio finanziario, e questo è difficile".

L’ad Domenicali si abbraccia Bastianini, dopo che a casa della Rossa di Borgo Panigale ha appena presentato il WDW, la kermesse motoristica di Misano che incarna in tutto i valori fondanti della Ducati, un’azienda che è una specie di famiglia. Le loro strade a fine stagione si divideranno, e nell’auditorium di Bologna si preferisce non parlarne, ma nel frattempo c’è una stagione da finire, con un reparto corse forse in uno dei suoi momenti di forma migliori. Allarghiamo il campo: una scorpacciata di medaglie agli Europei d’atletica appena conclusi, abbiamo Sinner al numero uno del tennis e una Ducati con due campioni mondiali in carica (Pecco per la MotoGp e Bautista per la Superbike).

Vi sentite una parte importante di questa spina dorsale?

"Al Mugello siamo appena scesi in pista con una livrea tutta azzurra come la maglia dell’Italia, abbiamo vinto con una clamorosa doppietta come nel 2018. Questa volta però – incredibile coincidenza - lo abbiamo fatto nel giorno della festa della Repubblica e con due piloti italiani. Come gli atleti degli Europei, aspettando il calcio e le Olimpiadi pensiamo con orgoglio al fatto di essere un’azienda italiana".

Qual è il segreto dietro i titoli mondiali?

"Non c’è un segreto solo. Sicuramente ci sono dei valori, come la grande dedizione e il forte impegno. Perché la MotoGp è molto impegnativa, e Ducati Corse è un’azienda nell’azienda che riesce a muoversi bene grazie a partner con risorse finanziarie importanti".

Il trucco sono i soldi?

"È incanalarli nella giusta direzione, ovvero metterli a disposizione di un gruppo di persone molto focalizzato sugli aspetti scientifici".

E poi?

"La scienza deve dialogare con l’uomo, quindi la squadra deve essere in grado di far parlare gli ingegneri con la pista, la componente umana".

I piloti.

"Sì, i talenti giovani vanno cresciuti e coltivati, e in questo Pecco è una nostra bandiera. Ancora una volta ci troviamo a parlare di equilibri, quello fra la pista, la parte tecnica e la continuità. Dall’Igna è con noi dal 2013, non abbiamo vinto subito, ci abbiamo messo un po’, ma poi abbiamo trovato un ritmo eccezionale".

La novità assoluta è il motocross, quali sono gli obiettivi realistici?

"Nel cross il livello tecnico non è alto come in MotoGp per esempio, ma è di tipo specialistico. Dovremo quindi avere l’umiltà di fare i primi anni risolvendo piccoli problemi anche con trucchi del mestiere. E’ una disciplina in cui forse il pilota e la sua forma fisica contano ancora di più. L’anno prossimo parteciperemo al campionato mondiale con Alessandro Lupino e Tony Cairoli. Le moto saranno in vendita per gli appassionati, noi come sempre puntiamo al podio, poi vediamo cosa succederà".

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