Barshim e la medaglia d’oro a metà con Tamberi: “A Parigi non lo rifaremo”

Il campione del Qatar racconta la sua grande amicizia con Gimbo: “A Tokyo fu qualcosa di incredibile, c’era l’unione di due ragazzi che avevano sofferto tanto per gli infortuni. Ma non si ripeterà”

di DORIANO RABOTTI -
15 ottobre 2023
Mutaz Barshim in allenamento

Mutaz Barshim in allenamento

Trento, 15 ottobre 2023 – La grande amicizia li ha portati a fare qualcosa di unico, ma Mutaz Barshim è prima di tutto un atleta. E vuole vincere: “A Parigi se anche si ripresentasse l’occasione, io e Gianmarco Tamberi non divideremo la medaglia. Quello fu un momento speciale, quando chiesi se potevamo avere due ori ci venne naturale perché avevamo troppe cose in comune, avevamo sofferto, avevamo superato operazioni chirurgiche e avevamo faticato ogni singolo istante per tornare ad alto livello. Ce la meritavamo entrambi. Ma non si ripeterà, anche se Gimbo resta un grandissimo amico”.

Al punto da aver trasformato Barshim in un italiano adottivo? “Diciamo che con la lingua faccio fatica, ancora, non vado molto oltre buongiorno e buonasera. Anche perché Gimbo mi insegna solo le parolacce. Ma dell’Italia adoro tante cose, dal cibo al paesaggio, alla grande ospitalità della gente”.

Sul suo Paese che si è ormai affacciato sulla grande ribalta mondiale organizzando eventi di livello mondiale, Barshim ha le idee chiare anche quando gli chiediamo come si sente un atleta del Qatar leggendo le critiche che vanno a toccare soprattutto i diritti civili: “Io leggo, cerco di informarmi, ma non ho mai assistito di persona a certe cose di cui qualcuno parla. È normale che ognuno possa vedere le cose in modo diverso, da destra o da sinistra. Io sono un atleta, vivo in un mondo dove non ho mai visto niente di quello che viene descritto, quindi non ne posso parlare”.

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