Barshim salta verso Parigi: "Ma stavolta io e Tamberi non condivideremo l’oro"

La stella del Qatar ha deciso: "Ne ho parlato con Gimbo, se dovesse ricapitare ci giocheremmo tutto fino in fondo. Quello è un momento unico nella storia".

di DORIANO RABOTTI -
16 ottobre 2023
Barshim salta verso Parigi: "Ma stavolta io e Tamberi non condivideremo l’oro"

Barshim salta verso Parigi: "Ma stavolta io e Tamberi non condivideremo l’oro"

No, non lo rifaranno. Mutaz Barshim e Gianmarco Tamberi non divideranno un altro oro, se dovessero ritrovarsi a Parigi nelle stesse condizioni di Tokyo, quando decisero di arrivare primi ex aequo ai Giochi: "No, non lo rifaremo, ne abbiamo parlato sabato sera a cena, con Gimbo. Quella è storia, se dovessimo ritrovarci nella stessa situazione combatteremo fino alla fine", spiega il campione del Qatar e della scuderia Red Bull.

Barshim, due anni dopo che valore ha quel momento unico nella storia dello sport?

"Ovunque io vada mi chiedono ancora di quel gioro, sembra che il tempo non sia passato. Sono ancora tutti eccitati, mi dicono dove erano, che cosa stavano facendo e come hanno vissuto la doppia medaglia. Anche se lo hanno copiato, quel momento resta inimitabile".

Perché non era solo sport, non era solo medaglia.

"No, eravamo due ragazzi che avevano la stessa storia alle spalle e che hanno scelto di condividere un momento in modo spontaneo. Abbiamo attraversato insieme altri momenti della carriera, i brutti infortuni, la paura di non poter tornare a certi livelli o addirittura di non poter camminare di nuovo. Poi con il Covid temevamo che il nostro sogno fosse stato cancellato. Eppure entrambi eravamo ancora determinati a realizzarlo".

E qualcuno vi ha aiutato.

"Solo noi sappiamo quanto è stata dura per noi, per le nostre famiglie, i nostri amici, i nostri team, i fisioterapisti, i dottori, gli allenatori che hanno lasciato le loro famiglie per girare il mondo con noi. E le notti in cui ci dicevamo che non ce l’avremmo fatta, eppure non ci arrendevamo. Quell’oro non era solo per noi, era per tutti, per i nostri paesi, per i tifosi. Era il miglior premio, la ricompensa giusta".

Barshim, perché il record di Sotomayor, 2,45, resiste da trent’anni?

"Sotomayor mi ha ispirato, anche se il mio idolo era mio padre che faceva il mezzofondista. Credo che questo periodo sia il più ricco di grandi saltatori nella storia della nostra disciplina., ma per fare un record non basta, deve essere tutto perfetto: la pedana, il clima, il vento, lo stato di forma massimo. Aggiungo che gli infortuni gravi che abbiamo avuto possono anche essere dovuti alla troppa pressione nel cercare di battere un record storico. I nuovi materiali nelle scarpe sembrano aiutare più i velocisti che i saltatori, io uso le mie vecchie scarpe".

Mutaz, il Qatar è uno degli stati accusati di usare lo sport per ripulirsi l’immagine. Cosa si prova ad essere il campione di uno stato criticato per l’applicazione dei diritti civili?

"Ogni situazione si può vedere da destra o da sinistra. Da atleta posso dire che in tutto il mondo mi trattano sempre molto bene. Noi non sappiamo molto di certe cose che si leggono, a volte ti chiedi: sarà vero? È troppo facile parlare quando non si conoscono le situazioni a fondo. Nessuno ha sempre ragione: io stesso non sono sempre un angelo, ma è vero anche che nessuno ha sempre torto. Io cerco sempre di fare del mio meglio".

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