Il canto della Sirena. "Luna Rossa se la gioca. America’s Cup, vince chi sbaglia di meno»

Lo skipper da vent’anni sulla cresta e il pallino di portare la Brocca in Italia. Prima di Barcellona 2024 si torna in acqua da oggi in Arabia Saudita. "Il team da battere? Rimane sempre New Zealand, ma occhio ad Alinghi".

di GIANLUCA SEPE -
29 novembre 2023

Vincere una regata in più degli altri e commettere pochissimi errori. Una ricetta che può sembrare semplice, ma che è l’essenza, forse a prima vista crudele, dell’America’s Cup. Il modo perfetto di regatare infatti non esiste. Lo sa bene Max Sirena che la vive da oltre vent’anni e l’ha vinta con americani e neozelandesi, inseguendo ancora il sogno con Luna Rossa Challenge come skipper per portare la Brocca finalmente in Italia. La trentasettesima edizione è alle porte e il team tricolore sta lavorando per Barcellona 2024, quando le cose si faranno serie. Dopo le regate preliminari di Vilanova I La Getrù (Spagna) di settembre, Luna Rossa tornerà in acqua con gli AC40 (imbarcazioni differenti dagli AC75 che verranno utilizzati in Coppa) dal 29 novembre a Jeddah in Arabia Saudita. Ultimo appuntamento prima del 2024 e della sfida di Barcellona.

Sirena, quanto pesano queste sfide preliminari?

"È bello tornare in regata, però la realtà è che per noi questi appuntamenti sono più una distrazione che altro, perché comunque sono barche su cui si può trarre poco per gli AC75 visto che sono one design. L’imbarcazione di Coppa sarà molto diversa. Regatare fa comunque bene ai velisti e anche se non ci darà vantaggi particolari nel programma di lavoro, questo non vuol dire che non vogliamo vincere."

Con gli AC45 tornerete in Europa. Quanto è importante per la vela e quanto sarebbe importante portare la Brocca in Italia?

"Non è un segreto che l’Europa sia il centro del movimento e l’edizione 37 a Barcellona sarà un grosso beneficio per tutti. Ci aspettiamo decine di migliaia di persone quindi dovremmo essere anche bravi a trasformare questa pressione in energia positiva, perché la Coppa America è un gioco un po’ particolare, si lavora quasi tre anni al buio e soltanto quando ti affiancherai all’altra barca, avrai la percezione vera di quanto vai forte"

L’esperienza con gli AC40 è relativa ma sicuramente si sarà già fatto un’idea sugli equilibri e sui team più avanti nella preparazione.

"Il team da battere rimane sempre New Zealand. Sono i detentori della Coppa, hanno dettato le regole di questa campagna annunciando le nuove classi e avendo così il vantaggio che fa parte del gioco. Gli altri team sono tutti forti: gli americani hanno un budget illimitato. Gli stessi francesi anche se hanno iniziato tardi hanno un gruppo molto bravo".

E Alinghi?

"Non partecipa a una Coppa America tanto per partecipare. Vogliono essere gli underdog della situazione, ma c’è una parte di gruppo che è quella che ha vinto l’ultima Coppa America dove avevo partecipato, quindi bisogna stare attenti a non farsi distrarre da operazioni di comunicazione perché in realtà sono qua per puntare a vincere".

Ha vissuto questa competizione vedendola cambiare. Le piace la direzione che è stata presa?

"Qui c’è un mezzo tecnologico e negli ultimi 10-15 anni questo sport dipende molto dal prodotto televisivo. E’ normale che un po’ di regole vengano dettate dalla produzione televisiva e quanto più è di alta qualità tanto più si dà appeal alla competizione. Non si erano mai visti così tanti brand investire, dalla Formula 1 al ritorno di Louis Vuitton. E’ sempre molto difficile dire quale barca si preferisce. Se lo chiedi a me che vivo di Coppa America e ho avuto l’opportunità di vivere la transizione fino alla barca volante, essendo anche ipercompetitivo scelgo quello che mi permette di andare a 50 nodi e non a 9 nodi. Siamo l’eccellenza della vela e non puoi pensare di tornare indietro col processo tecnologico. A volte sento colleghi dire che questa non è più vela eppure ci sono i migliori velisti del mondo."

E allora cosa manca a Luna Rossa per vincere l’America’s Cup?

"Vincere una regata più degli altri, dobbiamo fare un errore in meno perché il mondo perfetto non esiste. Dobbiamo prendere le decisioni giuste oggi, perché quelle che prendiamo in queste settimane sono quelle che poi detteranno il risultato finale. Quindi dobbiamo essere bravi e concentrati ora. Non farci distrarre anche dalla regata di Jeddah. Lavorerò sull’aspetto umano perché il team dovrà essere forte anche nei momenti negativi. Ce ne saranno, ma superarli ci farà fare la differenza."

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