Italia, con la Francia è sempre derby. Quesada: "Siamo ancora lontani"
Alle 16 il rinnovato gruppo del nuovo ct cerca una reazione dopo la batosta subita contro l’Irlanda
Per l’Italia del rugby la Francia è stata sempre una specie di sorella maggiore, l’unica formazione “quasi” amica in confronto agli squadroni anglofoni. Se siamo nell’élite del 6 Nazioni ci piace pensare che gran parte del merito sia derivato dall’aver battuto a Grenoble nel 1997 proprio il XV transalpino (32 a 40).
Si trattava, è vero, solo della Coppa Europa (competizione di seconda fascia) ma nell’occasione i Galletti non ci snobbarono e mandando in campo la formazione tipo, quella che aveva appena conquistato il Torneo, all’epoca, del 5 Nazioni. Giocando una partita straordinaria vincemmo con merito e la nostra credibilità, corroborata anche da vittorie contro Irlanda e Scozia, salì di livello al punto che, nel 2000, le porte del Gotha della palla ovale si aprirono: largo all’Italia nel 6 Nazioni.
Da allora abbiamo vinto raramente: sia in assoluto (13 vittorie in 122 partite), sia nello specifico contro la Francia, due soli i successi: 22 a 21, nel 2011, e 23 a 18, nel 2013 e mai allo Stade de France.
Oggi, per motivi logistici (a Parigi gli impianti sono in ristrutturazione in previsione delle imminenti Olimpiadi) torniamo ad affrontare i francesi in provincia, chissà che la cabala non sia nuovamente dalla nostra parte. Onestamente è difficile ipotizzarlo. I galletti sono più pesanti, strutturati ed esperti in mischia. Nei trequarti, poi, possiedono dei giocatori assolutamente letali, su tutti le due ali Penaud e Bielle-Biarrey. Giusto la mediana dei “Bleus” sinora non ha convinto. Questa relativa debolezza nel caso di un gioco fuori degli schemi, incanalato più sui binari della lotta che della logica, può lasciarci qualche piccolissima speranza. Quesada dopo aver dichiarato "La chiave di volta saranno le fasi di conquista della palla (un assioma nel gioco del rugby)" poi, però, ha approfondito ammettendo che siamo ancora lontani dagli standard di gioco dei nostri avversari. Dunque nessun proclama, come tante volte in passato, ma solo concreto realismo.
Segno di sana lucidità che ci fa sperare che tanto i rimescolamenti adottati dal nostro CT nel reparto dei trequarti, che la scommessa di una terza linea inesperta sì, ma comunque imprevedibile, possano dar vita al miracolo. Giusto aggiungere una piccola nota. Venerdì sera, sovvertendo ogni pronostico, la Nazionale Under 20, ovvero il nostro futuro prossimo, ha battuto gli U20 Francesi (23 a 20) campioni del Mondo in carica. Volendo vederci un auspicio positivo, si può anche “sognare” senza dimenticare, però, che gli avversari dovranno comunque giocare una partita da… incubo.
Quanto al trofeo, l’Irlanda ha travolto il Galles 31 a 7, Inghilterra battuta a Murrayfield dalla Scozia per 30 a 21.
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