La musica di Stefania. "Più visibilità per il Curling. Medaglie d’oro e vittorie da sole non bastano»

La campionessa olimpica di Pechino dalla fama improvvisa alle difficoltà dei praticanti per gli impianti: "I palazzetti sono contati e in poche città". Oltre le gare: "Suonavo il flauto traverso, ho dovuto concentrarmi sullo sport".

di GABRIELE TASSI -
25 febbraio 2024

Sul ghiaccio a meno quattro tra fisica e poesia. Giocare a Curling è un po’ un match a scacchi con la mente e il proprio corpo, mentre si cerca di telecomandare 20 chili di granito "anche una partita praticamente vinta può sfuggirti di mano", spiega Stefania Costantini, oro alle Olimpiadi di Pechino 2022 nel doppio misto, un argento e un bronzo europei. Risultati che l’hanno consegnata agli annali e hanno dimostrato che c’è un’Italia capace di stupire.

Nei mesi immediatamente successivi se ne è fatto un gran parlare, ora l’attenzione mediatica nei confronti della disciplina sembra un po’ scesa, perché secondo lei?

"Purtroppo oggi il nostro sport non si vede moltissimo in televisione, non ha grande visibilità, nonostante dopo le Olimpiadi del 2022 l’aspetto mediatico sia decisamente migliorato. Sono comparsi i nostri risultati su social e giornali, purtroppo ancora oggi la risonanza è molto bassa. Mi auguro che, con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di quest’anno, si ricominci a parlare di noi più spesso".

Come è possibile accendere maggiormente i riflettori sul Curling?

"Per farlo, a mio avviso, bisognerebbe partire dalla televisione. Vederci gareggiare agli Europei o ai Mondiali o comunque anche solo incontri di livello nazionale sarebbe un grande passo avanti".

Dal suo punto di vista viene considerato uno sport ‘minore’?

"Se con ’minore’ si intende meno conosciuto sì, alle persone non viene certo in mente per primo. Ma mi sento di dire che anche il nostro sport merita. In mezzo però c’è un po’ la difficoltà di accesso alla disciplina, perché i palazzetti sono solo al Nord e in posti specifici: Cortina, Cembra, Pinerolo e poco più. Sicuramente in Italia è più facile praticare il nuoto o il tennis per esempio".

Proprio in questi mesi Cortina, la culla del Curling italiano, sembra aver centrato l’obiettivo pista da bob. Secondo lei le infrastrutture sono imprescindibili perché uno sport come il suo abbia una buona diffusione?

"Come il curling anche il ’budello’ del bob è un’infrastruttura difficile, impossibile poterlo praticare se questa non c’è. Si tratta di spazi che hanno un certo costo e per i quali serve una grande manutenzione, questo non si può nascondere".

Cosa l’ha fatta innamorare di questo sport?

"Mi piace molto la sensibilità che serve sul ghiaccio, perché il tempo di scivolata, variato anche di un decimo di secondo, fa la differenza su un campo lungo quaranta metri. Il fatto di dover ascoltare il proprio corpo mi piace".

Cosa direbbe a un giovanissimo che si vuole imbarcare nell’avventura?

"Si tratta di uno sport molto interessante. C’è una importante parte fisica, anche se può non sembrare, facciamo molta fatica. A confermarlo c’è che di recente abbiamo usato cardiofrequenzimetro in partita e lo sforzo è notevole. Poi c’è la parte strategica, fatta di ragionamento e scelte ponderate da mettere in campo in un determinato lasso di tempo".

In cosa consistono gli allenamenti di un’atleta come lei? Qual è la sua giornata tipo?

"Solitamente ci alleniamo due volte al giorno, per un totale di 6-8 ore. Due ore vengono svolte sul ghiaccio, in modo individuale o di squadra. Altrettanto tempo viene dedicato, solitamente nel pomeriggio, alla palestra".

Inutile dire che lei è tra le nostre speranze olimpiche: i prossimi Giochi sono nel mirino, che obiettivi si è posta?

"C’è grande attesa, in particolare perché saranno in casa, a breve ci sarà la selezione per decidere le squadre. Il mio obiettivo è arrivare preparata e dare il massimo".

La sua preparazione come viene condizionata dal grande evento? C’è qualcosa prima?

"Ci sono anche obiettivi a breve termine. A novembre per esempio abbiamo vinto l’argento agli Europei femminili, a marzo abbiamo il Campionato del mondo in agenda. Poi ci sono i Grand slam, fondamentali per il ranking. Ogni appuntamento è esperienza guadagnata per l’obiettivo più grande, quello dei Giochi".

Qual è la qualità migliore per un atleta di curling?

"Serve una forza mentale importante che si allena con l’esperienza. Ma è soprattutto lo sport delle sorprese: la partita in controllo può sfuggirti di mano in un attimo per un semplice errorino o un po’ di sporco sul ghiaccio. E’ anche questo il suo bello".

Che cosa fa quando non è sul ghiaccio?

"Sul ghiaccio ci sto praticamente sempre, perché il Curling grazie alle Fiamme Oro è diventato il mio lavoro oltre che la mia passione. A casa, quando posso, mi prendo il tempo per riposare e stare con famiglia e amici".

Si rilassa con la musica? che ruolo ha nella sua vita?

"L’ho sempre amata, ho anche suonato l’oboe e il flauto traverso per anni. Resta la mia compagna di vita, sempre in ogni istante".

Nella sua vita ha mai dovuto rinunciare a qualcosa per lo sport e poi se ne è pentita?

"Non parlerei di rinunce ma di scelte per dare più spazio al Curling. La mia passione per la musica e il flauto è stata accantonata per lo sport, così come altre cose. Ma tutto è stato fatto con scelte ponderate e con serenità, per fare ciò che amo di più".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su