L’Arezzo e una mediana da disegnare. Mawuli non basta a centrocampo

Gli amaranto con il 4-3-2-1 hanno patito alcune difficoltà nel servire gli attaccanti, anche per le assenze

di ANDREA LORENTINI -
16 ottobre 2024
L’Arezzo e una mediana da disegnare. Mawuli non basta a centrocampo

Se è vero che l’Arezzo contro il Rimini ha prodotto poco, tra i motivi di una manovra meno brillante ed efficace del solito c’è anche la sofferenza che gli amaranto hanno patito a centrocampo. Troise aveva scelto di giocare con un mediano in meno e un trequartista in più, ma togliendo un uomo in mezzo al campo, la squadra non è riuscita a comandare nella zona nevralgica come accaduto in altre circostanze. Il 4-2-3-1 presuppone che i due mediani garantiscano la necessaria fisicità per sostenere i 4 attaccanti e contemporaneamente schermare la difesa. In questo momento, complici le assenze di Chierico e, sopratutto Damiani, nel reparto mediano, il solo Mawuli possiede le caratteristiche per giocare in un centrocampo a 2. Contro il Rimini, il ghanese ha dovuto cantare e portare la croce, rincorrendo un po’ ovunque gli avversari a discapito della lucidità nella gestione del palleggio. Shaka distribuisce palloni senza grandi guizzi, altri ne recupera, qualcuno lo perde. In sostanza è meno dominante rispetto ad un anno fa. Lo stesso Renzi con un solo mediano di fianco ha palesato difficoltà: deve svolgere un lavoro diverso che lo inibisce e gli toglie l’attacco alla profondità, il suo pezzo forte. La sensazione che il 4-2-3-1 possa essere modulo, per il momento, da riporre nel cassetto in attesa del rientro di Damiani. Ecco allora che già a Sestri potremo rivedere un centrocampo a tre rinforzato dall’innesto di uno tra Settembrini e Santoro. Con il capitano verrebbe iniettata una buona dose di agonismo, mentre con il regista ex Pisa in campo ne guadagnerebbe il palleggio. Le mediana è il reparto dove, in questo momento, le scelte sono ridotte per via degli infortuni. Lo stop di Chierico, in particolare, obbliga l’Arezzo a cambiare pelle, come già detto dallo stesso Troise. Il figlio d’arte ha, infatti, caratteristiche uniche e non replicabili nell’organico. Contro il Rimini è mancato proprio un giocatore che sapesse cambiare passo, strappare, ribaltare il gioco con rapidità e qualità. Venerdì è possibile che rivedremo, in partenza, il 4-3-3 proprio per irrobustire maggiormente il centrocampo. Va detto che Troise, in questo avvio di stagione, ha variato spesso moduli da una gara all’altra o durante la stessa partita: difesa a 4, linea a 3, rombo a centrocampo, doppio mediano, perfino il falso nuove in un paio di spezzoni. Un po’ per scelta e un po’ per necessità. La duttilità è la chiave con la quale il tecnico vuole sopperire alle assenze, ma al tempo stesso sfruttare al massimo la qualità della rosa.

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