Mattia Furlani, è iniziato il volo: "Dagli Europei ai Giochi, il mio sogno senza limiti"

Furlani la nuova stella del salto in lungo, a soli 18 anni può già puntare al top "Non invidio per nulla i calciatori: lo sport più nobile e vero è il nostro" .

di PAOLO GRILLI -
7 gennaio 2024
Mattia, è iniziato il volo: "Dagli Europei ai Giochi il mio sogno senza limiti"

Mattia, è iniziato il volo: "Dagli Europei ai Giochi il mio sogno senza limiti"

Roma, 7 gennaio 2024 – Eletto a ottobre migliore atleta europeo emergente del 2023, Mattia Furlani è il perfetto moltiplicatore di sogni per un’Italia che, da Tokyo 2020 in poi, si è rituffata gioiosamente nella leggenda. Basta osservare in azione il lunghista 18enne nato a Marino per capire che i suoi salti sono balzi nel futuro. La rincorsa con quelle falcate infinite ed elastiche, lo stacco da terra così naturale, rappresentazione plastica dell’armonia, lasciano tutti a bocca aperta.

Il 2023 ha portato all’azzurro l’oro agli Europei Under 20, il trionfo agli Europei a squadre assoluti, il primato personale di 8,24 (già quarto italiano di sempre) e quell’8,44 di Savona, appena ventoso e quindi non omologabile, che per un teenager ha rappresentato la migliore misura mai raggiunta nella storia. Nemmeno Carl Lewis il fenomeno era arrivato a tanto a questa età.

Mattia, inutile dire che il 2024 inizi con un carico di aspettative non indifferente. E’ l’anno delle Olimpiadi, degli Europei di Roma, e non solo...

"Sì, tutta la mia preparazione è focalizzata su questi grandissimi appuntamenti, cui aggiungo anche i mondiali indoor in avvio di stagione e i mondiali Under 20 in chiusura. La pressione? E’ un aspetto con cui dover convivere, l’altra faccia della medaglia di una vita da atleta che comporta il fatto di essere conosciuti e riconosciuti. Ma non mi pesa. E’ davvero un sogno potersi dedicare a tempo pieno allo sport, poter pensare di essere anche un esempio per gli altri".

Non prova un po’ di invidia per i calciatori, immancabilmente più noti e spesso più ricchi degli altri sportivi?

"Sinceramente no. Lo sport più nobile e vero è il nostro, ed evito di fare confronti (sorride, ndr)".

Agli Europei all’Olimpico giocherà davvero in casa.

"Sì, è un appuntamento da non fallire. Ma anche in questo caso l’idea di dover dare il meglio di me non mi tormenta, anzi. Avere un pubblico amico mi farà stare ancora più tranquillo e concentrato".

L’atletica, a casa Furlani, è una questione di famiglia.

"Posso dire di essere sempre stato atleta... Mamma Kathy (ex velocista di origini senegalesi, ndr) è anche la mia allenatrice, papà Marcello era arrivato a 2,27 nel salto in alto. Anche mia sorella Erika è altista ed è un riferimento per me. Potermi esprimere in questo sport è sempre stato qualcosa di innato".

Come si trova con una madre coach?

"Per me non rappresenta un problema, anzi. Riusciamo a separare la parte del lavoro da tutto il resto. I rimbrotti arrivano, certo, ma riguardano solo gli aspetti tecnici, quelli che si possono migliorare quotidianamente. Su questi c’è un confronto continuo".

Lei ha provato anche col basket.

"Sì, mi è sempre piaciuta la pallacanestro. Ma l’ho potuta praticare anche per acquisire competenze motorie che mi sarebbero poi tornate utili. Iniziando ad andare a scuola, mettere tutte le energie solo per l’atletica è stato naturale".

Colpisce la sua duttilità di saltatore. Il suo personale di 2,17 nell’alto lo dimostra. Mai pensato di continuare a cimentarsi anche in questa disciplina?

"Purtroppo nell’atletica serve da subito specializzarsi e credo che nel lungo io possa ottenere i migliori risultati. La preparazione per i due tipi di salto è completamente diversa. C’è il solo Harrison competitivo ad alto livello sia nel lungo che nell’alto. Ma poi si allena quasi esclusivamente per quest’ultimo".

In molti la paragonano a Andrew Howe, laziale come lei, atleta polivalente arrivato fino all’argento mondiale del lungo.

"Fa molto piacere. Lui è davvero un riferimento per la nostra atletica, e proverà ad esserci agli Europei nel suo finale di carriera".

Qual è stata la molla per l’atletica italiana tornata a trionfare in ambito internazionale?

"Le imprese di Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs sono state un traino formidabile per tutti. Penso anche a quanto hanno realizzato e potranno realizzare Larissa Iapichino e Leonardo Fabbri, giusto per citare altri due compagni di squadra in Nazionale. A me piace sottolineare l’importanza del gruppo in questo processo, lo spirito che si vive come squadra".

Che rapporto ha coi social? Che musica ascolta?

"Non sono dipendente dallo smartphone, i social li trovo utili per potermi rapportare con i tifosi e avere un feedback. Ma non per mettermi in mostra. A livello musicale seguo diversi artisti. Sfera Ebbasta, Drake, Travis Scott. Mi danno la carica anche prima delle gare".

Che ragazzo è Mattia Furlani nella vita di tutti i giorni?

"Uno che ama uscire e fare festa, sempre però rimanendo nei limiti giusti... Frequento il liceo scientifico sportivo in un istituto privato. Mi trovo molto bene, anche se non è facile conciliare scuola e sport a livello professionale".

Ha un obiettivo definito per l’anno che è iniziato?

"Firmare il mio personale e fare il massimo possibile nei quattro grandi appuntamenti della stagione. Sfidare i migliori, ben sapendo che uno solo ce la farà a stare davanti a tutti. L’uomo da battere? Tentoglou".

Il motto di Mattia per farcela.

"Zitti e lavorare. Avanzare passo dopo passo".

5- Continua

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