Mondiali di rugby 2023, semifinale Inghilterra-Sud Africa: l’analisi della partita

Sabato alle 21 allo Stade de France di Parigi va in scena la rivincita della finale di quattro anni fa, quando trionfarono gli Springboks

di DIEGO FORTI
20 ottobre 2023
Il centro Kriel con Snyman e Du Toit contro la Francia (Foto Diego Forti)

Il centro Kriel con Snyman e Du Toit contro la Francia (Foto Diego Forti)

Parigi, 20 ottobre 2023 – Sabato alle 21 allo Stade de France di Parigi va in scena la semifinale Inghilterra-Sud Africa. È la rivincita della finale di quattro anni fa: allo stadio Yokohama di Tokyo era data come favorita l’Inghilterra, che aveva dominato gli All Blacks, ma a vincere in maniera piuttosto netta furono gli Springboks, 32-12.

Due squadre quindi che si conoscono bene (dei giocatori in campo a Parigi ben 16 erano già presenti in Giappone) e faranno di tutto per imporre il loro gioco piuttosto che per contenere e logorare quello degli avversari. Che abbiano lavorato in questo senso appare evidente dalle formazioni annunciate dai rispettivi allenatori. Steve Borthowick, ct degli inglesi, rispetto ai 23 portati in campo nei quarti ha cambiato solo l’estremo stante l’impossibilità di utilizzare Marcus Smith. In pratica la maglia n.15 è tornata sulle spalle del suo precedente “proprietario” Freddie Steward. Da aggiungere nelle file inglesi due avvicendamenti in prima e in seconda linea: dentro dall’inizio Marler al posto di Genge come pilone sinistro, e Martin per Chessum come n.5. Prevedibile un avvicendamento alla fine del primo tempo tra questi giocatori in funzione dell’impatto con la mischia sudafricana.

Sul fronte dei campioni del mondo in carica assolutamente nessuna variazione rispetto ai quarti. In ogni caso il ct Jacques Nienaber, che ha evidentemente predisposto per gli Springboks una preparazione a scoppio ritardato finalizzata a raggiungere la forma ottimale per le fasi finali, si è premurato di precisare che sono pronte delle variazioni di gioco. E così ha portato in panchina, oltre ai classici 6 avanti, 3 trequarti: Faf de Klerk, Handre Pollard e Willie Le Roux (rispettivamente mediano di mischia, apertura ed estremo) in grado di cambiare l’inerzia del match in caso di necessità. Il deus ex machina del Sud Africa Rassie Erasmus, che molti ritengono essere ancora il vero allenatore del Sud Africa, ha precisato: “Noi non giochiamo per piacere a tutto il mondo, ma per segnare delle mete e vincere. Vincere non solo per noi, ma per il popolo sudafricano perché le vittorie rafforzano il morale e uniscono la Nazione”.

Precisata la spinta morale, per quello che riguarda il profilo tattico ha aggiunto che, viste le oggettive difficoltà che gli arbitri hanno nel prendere le decisioni nelle fasi di gioco chiuse vedi mischie, raggruppamenti e punti di incontro, gli Springboks si sono orientati a ridurre il numero questo tipo di situazioni, così da correre meno rischi di essere penalizzati. Una mano tesa con anche un velato buffetto ai fischietti, ma soprattutto la prospettiva che un elevato numero di palle gli Springboks scelgano di giocare al largo. Così da mettere in moto le ali Cheslin Kolbe (171 cm) e Kurt-Lee Arendse (176 cm), tanto piccole quanto veloci oltre che ben  supportate dai due titanici centri Damian de Allende (191 cm per 105 kg) e Jesse Kriel (187 cm per 100 kg).

Continua a leggere tutte le notizie di sport su