Rugby, la lezione degli All Blacks e le ragioni della batosta azzurra

Neozelandesi a segno con 14 mete. Una montagna di errori e falli per l’Italia

di DIEGO FORTI -
30 settembre 2023
(foto Diego Forti)

(foto Diego Forti)

Lione, 30 settembre 2023 – Difficile immaginare una batosta peggiore. Non solo e non tanto per il disastroso

punteggio 96 a 17 e le conseguenze sulla classifica, ma per il modo con cui è venuta. Dopo sette minuti di gioco all’altezza di una squadra di Tier 1 (ovvero di primo livello) gli Azzurri si sono sfaldati, disgregati contro un avversario indubbiamente di grande livello che ci ha infilzato in tutti i modi possibili corroborato più dalla nostra debolezza che non dalla consapevolezza della propria forza. I Tutti Neri hanno affondato il coltello senza pietà, 14 mete non sono uno scherzo, impossessandosi di una partita in cui incredibilmente noi non abbiamo mai provato a cambiare registro. Certo abbiamo segnato due mete con due scorribande fulminee dei nostri attaccanti più pericolosi. Prima con Capuozzo, certamente il migliore degli Azzurri e probabilmente l’unico degno della sufficienza piena, poi con Ioane. Per il resto una montagna di errori e falli nei punti di incontro che ci hanno impedito di avere palloni giocabili in avanzamento.

Per non dire delle touche: ben 5 lanciate da noi e vinte...da loro con un totale disarmante di 15 a 6. E senza rifornimenti è difficile mettere pressione agli avversari, come era nelle speranze del CT Crowley. Le poche volte che siamo riusciti ad avere la palla in mano con un minimo di utile rapidità ci siamo auto-affondati nel medesimo schema. Palle trasmesse strette sui primi uomini, sperando di far arrivare le palle al largo cosi’ da sorprendere i nostri avversari. La prevedibilità di questo mono tipo di azione ha dato sicuramente un ulteriore aiuto ai nostri avversari, mostruosi per intensità e rapidità nell’arrivare a soffocare il portatore di palla. Un altro

dato statistico sufficiente a chiarire lo recitano le statistiche: 14 tackle dominanti per loro 3 per noi. Ancora: linea del vantaggio conquistata dagli All Blacks 19 volte contro 6, placcaggi rotti 31 volte (noi poco più della metà 17). Impressionante poi la quantità di metri corsi da loro rispetto a noi: più di 1000 meno di 700.

Una giornata davvero nera forse sarebbe meglio dire buia per la mancanza assoluta di visione della nostra mediana ha certamente complicato le cose.

“Non abbiamo fatto quanto ci eravamo riproposti e che avevamo provato duramente tutta la settimana”. Ha mormorato a occhi bassi in conferenza stampa il capitano Lamaro”. Non siamo riusciti a mettere in pratica il nostro piano di gioco”. 

Ma nemmeno a contrastare quello dei nostri avversari che, dopo la zoppicante partita con tanto di sconfitta contro la Francia, si sono ripresi ampiamente con la Namibia per infine “esplodere” con noi. A malincuore bisogna riconoscere ai namibiani di essere usciti dal campo, pur surclassati 76 a 3, meno frustrati degli Azzurri.

Allo Stadium Lyon Olimpic, i fenomeni neozelandesi ci hanno bastonato, e noi abbiamo dato l’impressione di essere rassegnati a questa sorte. Soprattutto senza mai dare segnali di rabbia agonistica. In una partita preparata con meticolosa accuratezza come questa, possibile che nessuno abbia ricordato le caratteristiche atletiche dei neozelandesi? Su tutti i palloni sono arrivati prima, i placcaggi li hanno eseguiti in avanzamento recuperando i palloni vaganti con accelerazioni doppie delle nostre.

Al punto che vien quasi da considerare inevitabile il numero di falli che ci ha fischiato l’arbitro nei raggruppamenti ben: 15 in totale contro 8. Troppo severo con noi? No, semplicemente in linea con gli ultimi dettami sul rilascio della palla (immediato, cosa che i nostri non hanno fatto quasi mai). Adesso è il tempo per un bagno di umiltà, cercando di capire quanto ancora dobbiamo lavorare per essere a livello dei migliori. Non solo tecnicamente e tatticamente, ma anche sotto il profilo della reattività, dell’intensità e della 

determinazione. La Francia il prossimo venerdì ci aspetta per fare un solo boccone del XV ben poco convincente visto contro gli All Blacks. Come contrastarli? Magari cercando di essere un po’ più “ignoranti”,

come ha detto fra il serio e il faceto l’allenatore della mischia azzurra Moretti. Ovvero: aggredendo in avanzamento al massimo della velocità senza aver paura di sbagliare o di essere beffati, ma decisi a far sì che di paura ne abbiano anche i nostri avversari. 

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