Sei Nazioni, in campo c’è solo l’Irlanda. Stavolta l’Italia non salva neanche l’onore

Cancellata la buona prova dell’esordio, il gruppo del ct Quesada viene travolto a Dublino dai campioni: si salva solo Zuliani

di DIEGO FORTI -
12 febbraio 2024
Sei Nazioni, in campo c’è solo l’Irlanda. Stavolta l’Italia non salva neanche l’onore

Sei Nazioni, in campo c’è solo l’Irlanda. Stavolta l’Italia non salva neanche l’onore

Cercasi Italia disperatamente. La squadra combattiva e coraggiosa della partita di Roma contro l’Inghilterra, a Dublino sia è dissolta. Il 36 a 0 finale con l’Irlanda indica solo parzialmente la pochezza espressa degli azzurri. In pratica gli irlandesi ci hanno travolto senza fare alcuna fatica. Non hanno mai dato l’impressone di dover spingere sull’acceleratore. Sono andati in meta con l’apertura Crowley, il tallonatore Sheenan (due volte), la terza linea Conan, l’ala Lowe e di nuovo con un’ ala, Nash.

Fortunatamente, il n.10 Crowley, pur mostrando sotto il profilo del gioco di possedere le qualità per sostituire il mostro sacro Sexton, ha indovinato solo 2 delle 5 trasformazioni. Dei nostri avversari soprattutto Lowe (eletto non a caso “man of the match”) è risultato una spina nel fianco con più di 110 metri dentro le nostre maglie difensive. E gli azzurri? Mai arrivati abbastanza vicini all’area di meta per poter concretamente sperare di segnare.

Come detto i padroni di casa hanno segnato lungo tutto il fronte dell’attacco, dalla bandierina sin in prossimità dei pali. Le statistiche forniscono dati impietosi: 63% del possesso a loro favore con una presenza nel nostro territorio pari al 61% del tempo. Gli uomini allenati da Andy Farrell hanno rotto i nostri placcaggi ben 35 volte (noi solo 17) e conquisto la “linebreaks” in 12 occasioni contro una sola. La facilità con cui sono stati capaci di strozzare ogni nostro tentativo di manovra è apparsa disarmante. E non solo in virtù delle loro innegabili capacità, ma anche della poca consistenza del gioco azzurro. La terza linea allestita per cause di forza maggiore solo all’ultimo da Quesada è stata fatta a pezzi. Giusto Zuliani per grinta e impegno ha forse raggiunto la sufficienza. Izekor non si è visto e Lamaro, in evidente difficoltà, ha probabilmente disputato la sua peggior partita. Siamo risultati troppo lenti nel far uscire la palla dai raggruppamenti e Varney si è fatto stoppare più di una volta i calci di liberazione.

Male anche il reparto arretrato, costantemente in balia degli avversari, specie i due centri: ombre di quelli scesi in campo a Roma. Volendo trovare qualcosa di positivo si possono salvare le fasi statiche della mischia, tuttavia nelle ruck siamo stati surclassati, 119 a 63. Assenze, lentezza congenita o giornata di confusione totale alla base di questo pomeriggio di un giorno da cani irlandese? Questo il quesito a cui dovrà rispondere, proponendo rimedi, il ct nei prossimi 15 giorni se vorrà evitare una nuova debacle il 25 febbraio a Lille contro i galletti francesi.

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