Tamberi e Jacobs, stavolta non va. Al Golden Gala sorride solo Diaz

Gimbo arriva terzo fermandosi a 2,27, Marcell frena nel finale: ultimo in 10“20. Vittoria azzurra nel triplo

di DORIANO RABOTTI -
31 agosto 2024
Tamberi e Jacobs, stavolta non va. Al Golden Gala sorride solo Diaz

Gianmarco Tamberi ieri si è fermato a 2,27 al Golden Gala

Stavolta

sono stati più forti gli altri, sul campo. Anche se Gimbo aveva di nuovo il look a mezza barba, anche se l’espressione era sorridente come nella tappa polacca. Ma poi devi trasformare le emozioni in supremazia sul campo, e stavolta Tamberi non ce l’ha fatta. E neanche Jacobs, che si è addirittura fermato nel finale quando ha visto che non sarebbe arrivato tra i primi nei 100 e chiude ultimo in 10“20. Gimbo si è fermato a 2 metri e 27, passato al secondo tentativo dopo aver saltato subito 2,20 e 2,24. A 2,30 si è dovuto arrendere, e peccato per un secondo salto in cui l’impressione è che la misura fosse possibile, ma Gimbo è stato tradito dal ritorno dei piedi. Quegli stessi piedi che di solito diventano ali, anche senza finte molle nelle scarpe, e che ieri l’hanno tenuto ancorato a terra: il Golden Gala gli manca ancora, toccherà davvero gareggiare un’altra stagione, se vorrà vincerlo. Ieri si è inchinato al giamaicano Beckford e al coreano Woo che il 2,30 lo hanno superato al terzo tentativo. "Non sono stato all’altezza, era alla portata, colpa mia", ha detto alla fine Gimbo. "Giornata del cavolo, era inutile farsi male per niente", ha commentato invece Marcell.

Prima ci aveva pensato Andy Diaz Hernandez ad infiammare l’Olimpico nel Golden Gala. L’azzurro originario di Cuba, che in Italia ha trovato prima un rifugio quando la vita stava andando in una direzione pericolosa e poi una squadra e una maglia della nazionale. A Parigi l’atleta delle Fiamme Gialle aveva vinto la medaglia di bronzo e ci era anche rimasto male, ieri a Roma ha bissato il successo dell’anno prima a Firenze chiudendo con un 17,32 davanti al tedesco Max Hess (17,01) e al brasiliano Almir Dos Santos (16,89), ottavo l’altro azzurro Andrea Dallavalle (Fiamme Gialle) con 16,18.

Serata felice anche per il lanciatore del peso Leonardo Fabbri, che ha ormai lasciato alle spalle la delusione olimpica ("Non possiamo cambiare il passato, ringrazio il mio allenatore Paolo Dal Soglio che mi è stato vicino").

Ha vinto come sempre Ryan Crouser, con una serie di sei lanci validi oltre i 22 metri, con il record del meeting in apertura a 22,26, poi ritoccato al secondo turno a 22,49. Fabbri (Aeronautica), che prima dei Giochi aveva vinto il titolo Europeo nello stesso stadio e l’anno scorso a Firenze il Golden Gala, ha chiuso secondo con 21,70 al terzo e al quarto lancio, dopo un nullo e un 19,47, poi un altro nullo e l’ultimo lancio a 21,49. Terzo Payton Otterdahl con 21,63, ottavo Zane Weir (Fiamme Gialle, 19,99).

Nadia Battocletti infine sui 1.500 è scesa per la prima volta sotto i quattro minuti a un centesimo dal record italiano, 3’58“12, un centesimo sopra la Vissa che l’ha appena stabilito.

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