Tre ragazzi e un mondo. Furlani e Simonelli argento. Dosso di bronzo: è festa

Mattia-Spiderman salta 8,22 come il fenomeno greco Tentoglou, ma è secondo. Lorenzo sceglie One Piece e sfiora l’oro sui 60 ostacoli, Zaynab nella storia.

di DORIANO RABOTTI -
3 marzo 2024
Furlani e Simonelli argento. Dosso di bronzo: è festa

Furlani e Simonelli argento. Dosso di bronzo: è festa

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E anche grandi rimpianti, quando vinci l’argento mondiale a 19 anni con la stessa misura di chi ha vinto l’oro, il fenomeno greco Tentoglou: il motto di Spiderman si adatta benissimo a Mattia Furlani, che infatti nell’ambiente è chiamato Uomo Ragno per la somiglianza non con Peter Parker, l’originale, ma con Miles Morales, la versione del...terzo millennio, quella ribattezzata ’Ultimate’.

E in fondo anche lui è un’evoluzione di se stesso, a ben guardare: fino a un anno fa faceva sfracelli in due specialità, salto in alto e in lungo, a livello giovanile. Una doppia identità difficile da reggere: e così insieme con papà Marcello, ex altista di buonissimo livello (2,27 di personale, gareggiava contro il padre di Tamberi), e mamma Kathy Seck, velocista senegalese che ormai parla con accento laziale dopo essersi trapiantata in Italia (Mattia è nato a Marino), è arrivata la scelta di puntare tutto sul lungo.

Vincente, si direbbe: arrivato ai mondiali indoor di Glasgow sulle ali dell’8 metri e 34 saltato due settimane fa (record mondiale under 20), Furlani è volato subito a 8,22 nella finale di ieri mattina. Stessa misura del greco Tentoglu, che alla fine lo ha battuto per il miglior secondo salto, 8,19 contro 8,10. Ma alla fine anche il greco, che ha dominato la scena negli ultimi anni, ha ammesso: "Mattia è una bestia, è stato fantastico, avrebbe anche potuto vincere".

Lui lo sa, ma non piange per il dispiacere: le lacrime sono per la dedica a mamma Kathy, che lo allena. "Ho sognato tanto questo argento, raggiungerlo è un’altra cosa. La strada è giusta, ma questa è solo la prima tappa di un lungo cammino. Voglio ringraziare in primis mamma, è lei che mi ha fatto raggiungere questo risultato, è stata una gara incredibile". E giù lacrime.

Lei, mamma Kathy, era a bordo pista per dargli consigli durante la gara e anche dopo è rimasta lucida. C’è davvero molto di lei, nei successi del figlio: non è solo una questione di cromosomi buoni, basta parlare con la signora per capire che la solidità mentale, superiore a quella di un diciannovenne comune, deriva da un’impostazione familiare che ha una forma ben precisa. Quadrata.

"Se abbiamo sofferto? No, perché questo risultato è il frutto di un lavoro di programmazione, non avevamo dubbi sul fatto di poterlo ottenere. Non dico che ce l’aspettavamo, ma non siamo stupiti: eravamo sereni prima, siamo sereni adesso", racconta Kathy, dopo aver finalmente potuto pranzare alle 15 col figlio. Ecco, la sfortuna di Mattia è che con la mamma che lo allena, non può neanche sgarrare a tavola, o essere viziato: "Ma no, tanto Mattia è in una fase di crescita nella quale deve aggiungere, non ha certo problemi di linea...è vero che essere contemporaneamente madre e coach non è semplice, devi stare sul pezzo 24 ore su 24. Ma basta riuscire ad essere abbastanza lucidi per tenere separati i ruoli. E adesso forza Larissa". Che sarebbe la Iapichino, altra doppia figlia d’arte: oggi tocca a lei.

D’argento e di fumetti è anche la storia di Lorenzo Simonelli, secondo nei 60 ostacoli: romano nato in Tanzania, da dove viene la madre, si è presentato a festeggiare con il cappello di paglia di Monkey D. Rufy, re dei pirati di One Piece, un anime giapponese. E anche lui ha ceduto davanti alle telecamere, salutando la mamma tra lacrime e risate: "Non so neanche io che cosa fare. Sapevo che c’ero, che avevo le capacità, ma tra avere le carte e giocarle bene è un’altra cosa e ci sono riuscito. Una medaglia assurda, una cosa assurda. Vicecampione del mondo? Non l’avrei mai detto". E poco dopo Zaynab Dosso, reggiana nata in Costa D’Avorio, ha completato la festa centrando una medaglia di bronzo storica sui 60 metri, lei che già era stata la prima italiana ad arrivare in finale: "Questa è un’Italia che sogna in grande, adesso cominciamo a mettere sul tavolo delle carte pesanti. Non credo che dormirò per almeno 24 ore", ha detto la velocista. Che con Simonelli ha in comune l’allenatore, Giorgio Frinolli.

E oggi ci giochiamo altre due carte figlie di un’Italia specchio dei tempi: Larissa Iapichino è in finale nel lungo alle 20.15 italiane, negli 800 metri femminili la Tecuceanu alle 22.10.

È un’Italia bellissima e senza confini. Soprattutto in testa.

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