Turchi insegue la maglia azzurra e Los Angeles: "Bisogna sacrificarsi tanto, ma ne vale la pena"

Atletica Il mezzofondista, classe 2004, sta migliorando sempre di più negli 800 metri: "Voglio fare di questa passione il mio lavoro"

di MIRKO MELANDRI -
25 luglio 2024
Turchi insegue la maglia azzurra e Los Angeles: "Bisogna sacrificarsi tanto, ma ne vale la pena"

Il giovane atleta imolese Mattia Turchia durante una gara sugli 800 metri

Recentemente Mattia Turchi, mezzofondista dell’Atletica Imola Sacmi Avis, si è reso protagonista di gare ad alto livello. Ai campionati regionali individuali di categoria a Parma il giovane mezzofondista ha primeggiato sia sui 400 metri che sugli 800, le distanze a lui più congeniali e i cui personali sono 49’’27 e 1’50’’84, ottenuto quest’ultimo nel fine settimana a Pordenone. Nel giro di pista ha fatto fermare il cronometro sul crono di 49’’80 mentre nei gli 800 metri il tempo è risultato di 1’55’04. Nei 1.500, invece, il suo record attuale è 3’58’’41.

"Nei 400 – sottolinea Mattia Turchi – sono partito piano, ma poi ho recuperato. Invece nell’altra corsa mi sono messo subito davanti al gruppo e ho staccato il secondo classificato".

In precedenza il corridore, nato il 7 febbraio 2004, aveva preso parte al Memorial Conti a Imola, il 2 luglio in cui, negli 800, aveva chiuso in 1’51’’ vincendo la sfida e avvicinandosi al personale che corrisponde al tempo di 1’50’’89. Turchi, ora al primo anno nella categoria Promesse, guarda all’orizzonte: "Dopo Pordenone, sarò ai campionati italiani di categoria a Rieti mentre a settembre sono in programma i campionati di società nazionali a squadre che è il clou della stagione".

L’approccio al suo sport preferito è datato: "Ho iniziato in seconda media. A scuola ci facevano correre e questa attività mi piaceva. Mi sentivo portato. In un primo momento avrei voluto fare calcio ma, per fortuna, mio padre Fabio mi ha convinto a cambiare idea". Proprio suo padre Fabio, classe 1972, è stato un mezzofondista di buon livello e vestiva gli stessi colori della Sacmi Avis. Mattia ha le idee chiare: "I valori che mi trasmette l’atletica sono disciplina, costanza e sacrificio". Poi il giovane corridore fa uno spot: "A un ragazzino direi di cominciare per divertirsi col gruppo che si forma e che offre tanti stimoli".

Il discorso verte sul suo allenatore che risponde al nome di Vittorio Ercolani: "Il rapporto è buono e sincero, come fosse una collaborazione. Ci confrontiamo e ognuno esprime il suo punto di vista. E’ severo e pretende molto ma è così che un allenatore deve fare". Mattia Turchi segna la strada: "Per raggiungere gli obiettivi è necessario rinunciare a certi piaceri. Non si può uscire la sera. Ma accetto tutto questo perché amo questo sport. Il mio sogno è quello di rendere questa passione il mio lavoro entrando in un gruppo sportivo e vestire la maglia azzurra il prossimo anno agli europei under 23 a Bergen, in Norvegia". Prima la maglia azzurra poi chissà... fra quattro anni ci saranno le Olimpiadi, a Los Angeles. Figlio d’arte, il rapporto con il padre è idilliaco: "E’ la classica relazione tra padre e figlio che praticano uno sport agonistico. Ma mio babbo che ha fatto lo stesso sport conosce l’ambiente e sa i sacrifici e le difficoltà. Mi sostiene e mi dà molta forza. Molti risultati li devo a lui unitamente all’allenatore".

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