Un giorno nel blu profondo. L’impresa di Cappucciati:: "In immersione per 24 ore fra pesci e pasta al pesto»

Il sub professionista ci riprova oggi a Spotorno, undici anni dopo la prima volta. L’obiettivo? Studiare la biodiversità dell’area protetta e mettersi alla prova. Come base una cupola in plexiglass usata per coltivare il basilico sott’acqua.

di GABRIELE TASSI -
20 luglio 2024
L’impresa di Cappucciati:: "In immersione per 24 ore fra pesci e pasta al pesto"

L’impresa di Cappucciati:: "In immersione per 24 ore fra pesci e pasta al pesto"

Un giorno intero sul ’pianeta blu’ per lui è come sedersi in pantofole sul divano di casa. Il sub da record Paolo Cappucciati tenta – anzi, ritenta – l’impresa di un’immersione da 24 ore. Un team da settanta persone, trofie al pesto e caffè col tuorlo d’uovo a fargli compagnia in una prova sportiva ai limiti dell’umano, affrontata a 68 anni, nel segno del rispetto e della conservazione della biodiversità marina. Si parte oggi alle 16 a 50 metri dal molo Sirio, a Spotorno, nel Savonese e si torna a rivedere il sole domani, alla stessa ora.

Cappucciati, ma come si passa il tempo per 24 ore sott’acqua?

"Mi stanno preparando le parole crociate (ride, ndr). Ma non scherzo: hanno disegnato schema e definizioni su un pannello di forex, con una matita proverò a completarle tutte, ma non credo che mi annoierò".

Nel blu profondo c’è tanto da fare?

"Non sarò così tanto in profondità. Sarò a cinque metri con le bombole, ultilizzando come spazio d’appoggio una cupola in plexiglass ancorata al fondo, molto simile a quelle impiegate nella coltivazione del basilico sotto la superficie del mare".

Non ci ha detto cosa farà...

"Prima di tutto, una volta arrivatin in profondità ci sono le fasi di assestamento, che richiedono un po’ di tempo. Poi la notte vola: quando accendiamo le torce e arrivano pesci e microrganismi, lì si apre il fascino di un mondo non tuo, nonostante io abbia fatto in carriera decina di migliaia di immersioni".

Lei, sub professionista in tutto il mondo, oggi ci riprova dopo il primo successo di 11 anni fa, si sente cambiato?

"Mi sento pronto perché credo in quello che faccio. Ho una moglie e un figlio che mi supportano in tutto. Poi devo dire una verità, quando mi immergo sono nel mio elemento: anche quando non sto bene mi sento subito meglio".

Come funziona?

"Utilizzerò le bombole. Ma la base d’appoggio è una sorta di ’bolla’ di plastica ancorata al fondo. E’ fornita dall’azienda specializzata di Genova Ocean Reef, uguale a quelle che formano il Nemo’s Garden di Noli, l’orto subacqueo dove si sperimenta l’agricoltura idroponica, e sarà posizionata a 6 metri di profondità, a circa 40 metri da riva. E’ lo stesso tipo di tecnologia che permette al basilico di Nemos Garden di crescere sotto la superficie dell’acqua".

E a lei permetterà di respirare?

"Sì, in parte, utlizzerò principalmente le bombole, ma le cupole saranno delle basi d’appoggio per alimentarmi, bere, parlare con miei collaboratori (che sono oltre 70, ndr) e persino telefonare".

Sembra fantascienza...

"Eppure è la stessa tecnica utilizzata 11 anni fa. Sarò a una profondità di circa 5 metri, a 50 dalla riva. Questo mi permette – in caso di problemi – di fare una risalita rapida. In via del tutto precauzionale, l’ultima ora respirerò comunque solo ossigeno puro, per evitare possibili episodi di embolia".

Ma a parte sfidare i propri limiti cosa c’è dietro il suo tentativo d’impresa?

"L’obiettivo è quello di studiare la biodiversità marina. Nell’Area Marina Protetta dell’Isola di Bergeggi, un territorio dalla straordinaria ricchezza faunistica. Basta un dato a dimostrarlo: qui nel 2023 in tre giorni, in occasione del campionato italiano safari fotosub, abbiamo rilevato 114 specie diverse, un vero record".

Come farete?

"Siamo collegati a una piattaforma che si chiama ’Bioblitz’. Le nostre foto verranno caricate online a disposizione di un gruppo di biologi marini. Al mattino di domani poi, i ragazzi potranno avvicinarsi alla cupola: doneremo loro conchiglie – rigorosamente comprate e non raccolte – per sensibilizzarli sul tema della difesa ambientale".

Qual è il vero nemico di un sub quando si passano 24 ore sott’acqua?

"Il primo è l’ipotermia. Se l’acqua ha una temperatura di 24 gradi – come sta accadendo ora – c’è una dispersione termica elevatissima, nonostante la muta, col freddo non si ragiona. Poi in questo periodo è piovuto tanto e il meteo non ha permesso di raggiungere la temperatura che speravo, sopra i 26 gradi".

Ma non si stanca?

"Nel tentativo precedente mi sentii molto debole intorno alle 6 del mattino dopo. Mi aiutarono portandomi una vera e propria bomba energetica: cappuccino con due tuorli d’uovo".

Dovesse avere dei problemi?

"In materia di preoccupazioni abbiamo fatto tutto il possibile. Ma mi sta anche seguendo uno staff medico dedicato che terrà monitorate le mie condizioni fisiche anche il giorno successivo all’immersione".

Sì, perché non è qualcosa che capita tutti i giorni...

"Per loro l’occasione sarà quella di studiare il comportamento del fisico in acqua, rilevando i principali parametri (temperatura corporea, pressione sanguigna, fino a prelievi di sangue) per verificare la risposta del corpo a una prova così impegnativa. Sarà inoltre possibile eseguire test sull’apparato cardiorespiratorio, sullo stress ossidativo e sul decadimento delle funzioni cognitive nel corso del tempo e delle ore".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su