Un’Inter pazza e infinita. Sprofonda e poi si rialza. Sanchez completa l’opera

Arnautovic, Frattesi e il rigore del cileno rispondono alla tripletta di Joao Mario. E nel finale il Benfica si salva solo perché i nerazzurri colpiscono una traversa.

di MATTIA TODISCO -
30 novembre 2023
Sprofonda e poi si rialza. Sanchez completa l’opera

Sprofonda e poi si rialza. Sanchez completa l’opera

L’Inter 2 è una creatura cangiante. Un disastro per un tempo, molto più tosta nel secondo anche prima degli innesti dalla panchina. Il 3-0 dell’intervallo diventa 3-3 e cambia giudizi di una trasferta in casa del Benfica che dopo 45’ sembravano scolpiti. Il pari senza reti tra Real Sociedad e Salisburgo lascia baschi e milanesi in compartecipazione al primo posto, pronti a giocarsi la vetta nell’ultima gara della fase a gironi di Champions League.

L’Inter ci mette del suo per rendere storta la serata. Con otto giocatori nuovi rispetto alla serata dello Stadium, concede regali che sanno di Natale anticipato. Errori figli di una formazione in cui troppi elementi non hanno conoscenza dello spartito e più di qualcuno pare non curarsi della chance concessa dall’allenatore. Il primo affondo delle Aquile è subito quello buono, complice una posizione errata di Bisseck che concede spazio a Tengstedt per la torre a Joao Mario, bravo a piazzarla nell’angolo basso. Sbaglia ancor di più Asllani, che si fa rubare il pallone al limite della propria area da Rafa Silva, cross in mezzo sempre per Joao Mario e (complice un altro intervento imperfetto di Bisseck) è 2-0 con doppia firma dell’ex. Ai portoghesi è sufficiente mantenersi in buon ordine dietro la linea della palla, aspettare che gli spazi si aprano e sfruttare le innegabili doti di palleggio. Il solo Frattesi prova qualche strappo in verticale, serve un buon pallone ad Arnautovic che l’austriaco spara addosso a Trubin. Un lampo isolato, in una squadra che mostra mancanze in tutti i reparti. Nella coppia d’attacco costantemente anticipata dai diretti avversari, nel centrocampo in cui spicca negativamente l’immobilità di Klaassen, nella difesa che concede un’altra giocata in area a Tengstedt, il cui cross consente a Joao Mario di siglare il tris a porta vuota. Solo a un passo dal duplice fischio l’Inter prova a metterci un pizzico di ardore e costruisce un palla gol che Carlos Augusto getta alle ortiche.

Immaginabile, auspicabile, la reprimenda di Inzaghi negli spogliatoi ha effetto sullo spirito dei suoi. Arnautovic rende meno largo il punteggio infilando il 3-1. Il Benfica rivede qualche fantasma di Coppa e Frattesi rende reali le preoccupazioni girando a rete il 3-2 apparecchiato da Acerbi. L’entusiasmo spinge il baricentro oltre il consentito dal buon senso e ci vuole un miracolo difensivo di Bisseck per evitare il poker. Il tecnico ospite si gioca l’artiglieria pesante e appena entrato Thuram induce Otamendi al fallo da rigore, che Sanchez trasforma nel pareggio. Antonio Silva si fa espellere per un fallaccio su Barella e in pieno recupero proprio il centrocampista azzurro spara sul montante la palla del clamoroso ribaltone.

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