Hamilton-Ferrari, c’è chi dice no. Minardi: "Geniale colpo di marketing. Ma si ricostruisce dalle fondamenta»

Il costruttore e scopritore di talenti dubbioso sulla scelta del Cavallino di affidarsi al campione dal 2025 "Se il titolo manca da tanto la colpa non è dei piloti. Avrei tenuto Sainz: Lewis fuoriclasse, ma... quarantenne".

di LEO TURRINI -
3 febbraio 2024
Minardi: "Geniale colpo di marketing. Ma si ricostruisce dalle fondamenta"

Minardi: "Geniale colpo di marketing. Ma si ricostruisce dalle fondamenta"

"Se parliamo di marketing, è una operazione geniale, dunque tanto di cappello a John Elkann. Ma se parliamo di Formula Uno allora il discorso cambia…".

C’è chi dice no, come nella canzone di Vasco Rossi. Alla euforia generata dall’annuncio dello sbarco in Ferrari di Lewis Hamilton dal 2025, Giancarlo Minardi oppone una garbata perplessità. Val la pena ascoltarlo.

"Ci sono dimensioni diverse – spiega l’imprenditore romagnolo, che con la sua Scuderia lanciò nei Gran Premi personaggi come Alonso, Trulli e Fisichella – Io non sono un ingenuo, comprendo le ragioni che definirò commerciali del grande accordo tra un sette volte campione del mondo e la Signora in Rosso. È un incontro tra Mito e Leggenda. Però…".

Però?

"Io, parlando invece di automobilismo e basta, uno come Hamilton non lo avrei preso".

Perché è troppo vecchio?

"No, giuro che nel mio ragionamento l’anagrafe non conta. Alonso è persino più anziano di Lewis ma va ancora fortissimo. E anche Hamilton è ancora competitivo".

E allora?

"Allora ci dobbiamo chiedere: in tutti questi anni la Ferrari ha perso per colpa di chi la guidava?".

Come rispondiamo?

"No, la Rossa non sta senza titoli da una generazione per responsabilità di chi stava al volante".

Andiamo avanti.

"Ne consegue che Hamilton non è una garanzia di successo. Come non lo fu Vettel".

Insomma, qui si scambia la causa con l’effetto.

"In F1 è fondamentale avere un’auto vincente. Una casa non la costruisci partendo dal tetto, ma dalle fondamenta. E poi voglio fare io una domanda a lei, caro amico".

Prego.

"Ma come la prenderà Leclerc?".

Boh, magari si consolerà guardando il conto in banca.

"Senta, gli avevano prolungato il contratto dicendo che puntavano tutto su di lui. Passa una settimana e gli mettono accanto un Mito come Hamilton…".

Dice che qualcosa non torna?

"Facciamo che in questa vicenda c’è più di una stranezza. E comunque io avrei tenuto Sainz".

Lo spagnolo le piace?

"Molto. Ma può essere che lui abbia già una intesa a lungo termine con la Audi, che entrerà nei Gp dal 2026. In ogni caso, io lo avrei sostituito con un giovane talento, non con un fuoriclasse quarantenne".

Minardi, non le va bene niente!

"Intendiamoci, mica faccio il gufo! Se Lewis vince il mondiale con la Rossa, sarò il primo a festeggiare. Mi limito ad esprimere uno scetticismo che spero infondato".

Va bene, ma intanto nel 2024, con Hamilton ancora in Mercedes, come la mettiamo?

"La mettiamo che lei è un provocatore".

In che senso?

"Guardi, qui è chiara una cosa: Lewis molla la Freccia d’Argento in anticipo perché tanto sa che la Red Bull di Verstappen nell’immediato è imbattibile".

Andiamo bene. E la Ferrari?

"La Ferrari idem con patate. Vasseur avrà il compito di gestire Sainz separato in casa e non sarà semplice! Inoltre veniamo da una stagione in cui la Red Bull ha vinto 21 Gran Premi su 22. Le regole tecniche rimangono identiche. È dura immaginare un ribaltone".

Quindi anche per questo parliamo già del 2025, Hamilton in Rosso è un’arma di distrazione di massa?

"Beh, lo ha detto lei…".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su