Riccardo Patrese compie 70 anni: "Ho sfiorato la Ferrari, mio figlio può arrivarci"

Mercoledì il compleanno del pilota: "Avevo detto sì al Drake, qualcosa cambiò e non se ne fece più niente. Adesso sogno Lorenzo a Le Mans col Cavallino"

di LEO TURRINI -
13 aprile 2024
Riccardo Patrese, settant'anni il 17 aprile

Riccardo Patrese, settant'anni il 17 aprile

Bologna, 14 aprile 2024 – “Poco dopo le tragedie di Imola del 1994 mi cercò Frank Williams. Era sconvolto, disperato. Ma doveva andare avanti con il team. Così, mi offrì la macchina che era stata di Ayrton…"

Riccardo Patrese compie 70 anni. Con Michele Alboreto è il pilota italiano che più è andato vicino ad emulare Ciccio Ascari, ultimo azzurro del volante a laurearsi campione del mondo di F1 nel 1953.

Siamo amici da decenni. Oggi Rik segue la carriera del giovanissimo figlio Lorenzo, impegnato con l’Audi nelle corse a ruote coperte. Per festeggiare il traguardo dei 70, gli ho chiesto di mettere in fila, in stile…random, ricordi e osservazioni. Partendo da quel rifiuto del 1994.

«Io a Frank Williams dissi di no e sulla macchina di Senna nel 1994 non ci sono salito e mai sono tornato in F1. Vedi, io avevo visto morire Villeneuve, Peterson, Depailler, Paletti, il caro Elio De Angelis. Ma al tempo di quei disastri ero un driver in attività. Soffrivi come un cane ma eri pronto a ripartire, a tornare subito in pista…"

Invece dopo quel week end atroce di Imola…

"Nel 1994 no. Ci ho pensato ma non me la sono sentita. Pochi mesi prima, alla fine del 1993, mi ero ritirato dai Gran Premi, ne avevo disputati 256, allora era un record assoluto, ma avevo girato l’interruttore. Ci ho riflettuto, era una opportunità, quella Williams almeno fino al 1997, fino al titolo del figlio di Gilles, è stata competitiva. Ma rifiutai e non mi sono pentito, anche se campione del mondo non sono diventato mai…"

Molto prima eri stato vicinissimo alla Rossa di Maranello.

"A Enzo Ferrari in effetti avevo detto sì, tanti anni prima. Era tutto fatto, sistemato. Poi le cose cambiarono e la Rossa non l’ho mai guidata. Sono le sliding doors della vita, cosa vuoi che ti dica. Ma rimpianti non ne ho, è andata come doveva andare…"

Hai vinto a Montecarlo nel 1982, hai vinto a Imola nel 1990…

"Sei Gran Premi in tutto, ovviamente avrebbero potuto essere di più. Ma sono stato in mezzo a Lauda, a Gilles, a Mansell, a Senna, a Piquet quello vero, ad Alboreto, a Prost, a Schumi. Li ho visti tutti, mi sono confrontato con tutti. È stato un onore e credo di aver fatto la mia figura. Sono stato parte di una epopea e ne vado orgoglioso".

C’è chi dice che la F1 abbia snaturato il suo DNA, che non sia più entusiasmante come una volta, come ai tempi tuoi.

"E io non sono d’accordo con chi sostiene che la Formula Uno non si può più vedere. Questa è una esagerazione, è una bugia. Le cose cambiano, la tecnologia evolve. Non mi piacciono, questo sì, le troppe limitazioni sul comportamento dei piloti, c’è un eccesso di regole, secondo me…"

E i campioni di oggi come sono?

"Ci sono due piloti del presente che avrebbero vinto anche ai tempi miei".

Fuori i nomi, anzi, i cognomi.

"Uno è Max Verstappen, l’altro è Lewis Hamilton. Sminuirne i meriti è ridicolo. Sono entrambi dei fuoriclasse e lo sarebbero stati anche nella mia era. A certi livelli il talento è più forte delle barriere generazionali".

Quindi John Elkann ha ragione nel puntare su un quasi quarantenne sette volte campione del mondo.

"Assolutamente sì. La Ferrari ha fatto benissimo a prendere Hamilton. Lewis è ancora uno che se gli dai la macchina giusta te la porta al centouno per cento. Criticarlo perché adesso la Mercedes va piano non ha senso…"

E di Leclerc e Sainz cosa diciamo?

"A me piacciono entrambi. Non hanno vinto tanto fin qui, ma si torna al discorso della macchina, una Ferrari da titolo non l’hanno mai avuta. Aggiungo che forse lo spagnolo è stato un po’ sottovalutato, ma ribadisco che anche io avrei portato Hamilton a Maranello…"

Riccardo, vogliamo chiudere con lo spirito del papà?

"Vuoi parlare di mio figlio?"

Lui.

"Lorenzo ha tante speranze e se dicessi che è forte forte mi accuseresti di scarsa obiettività. Allora dichiaro che sarebbe bellissimo vedere un giorno lui in Ferrari, con la macchina per Le Mans, visto che si dedica alle auto con ruote coperte. Dovesse mai accadere, devi promettermi che ci andremo assieme, a Le Mans…"

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