Russell, il gioco di prestigio e poi la beffa

George Russell, l’uomo che sussurrava all’asfalto, esce a testa bassa dall’ufficio della direzione gara. C’è il peso di una squalifica per una macchina troppo leggera sulle spalle del pilota che ha ascoltato la pista e quella belva da domare ai trecento all’ora a pochi millimetri da terra. Ma intanto ha dimostrato che – almeno a Spa – il pilota qualche volta conta ancora di più di una macchina. Dalle stelle alle stalle, letterlamente: l’inglese vince da genio ribelle, con un azzardo da scacchista: una sola sosta per balzare davanti a Hamilton, Piastri e Leclerc (2°, 3° e 4°), trenta e oltre giri d’assolo ballando sulle gomme hard. Tutto vano, al momento della pesa, l’auto di Russell viene messa sulla bilancia: privata dei 2,8 litri di benzina rimasti, il peso della freccia d’argento risulta più leggero di 1,5 kili rispetto ai 798 consentiti dal regolamento. Il tutto per una disattenzione della squadra, con Toto Wolff che sui social fa ’mea culpa’ sui social: "Un errore da cui impareremo". La direzione gara ci mette qualche ora per ponderare la decisione, che arriva come una doccia fredda: squalifica. Hamilton vince, secondo Piastri, e una piccola gioia per noi: Leclerc a podio, terzo.

L’impresa dell’inglese però resta. Indovina la strategia con coraggio e si candida al ruolo da leader (per il prossimo anno) che pare già costruito su di lui. A proposito di talenti precoci, domani il bolognese Kimi Antonelli sarà di nuovo su una monoposto da Formula 1, la Mercedes, su quel sedile che potrebbe diventare suo dal prossimo anno, pronto ad affiancare George.

La strategia dicevamo. In quella che sarebbe stata la sessantesima doppietta vincente, è Hamilton ad andare in testa subito, dal terzo giro, sorpassando Leclerc dopo l’Eau Rouge. "Non siamo abbastanza veloci – conferma il monegasco –. Quello che mi ha deluso è che la Mercedes era molto forte con entrambe le macchine. Era con loro che pensavamo di fare la gara e invece erano forse la monoposto migliore". La rabbia di chi nelle qualifiche del sabato aveva approfittato della pioggia per mettersi dietro Verstappen ed ereditarne la pole. Già, max, penalizzato di 10 posizioni, anche ieri non aveva il cavallo più veloce. Fallita la rimonta da cannibale e ci si ’accontenta’ della quarta piazza.

Se in un universo parallelo il campionato ripartisse, arrivati a questo punto, dal Gp d’Olanda del 25 agosto, con le carte così scombinate, probabilmente saleterebbero tutti i pronostici per il titolo. Perez chiude settimo dopo aver dato qualche segnale di vita firmando la prima fila in qualifica. Il suo sedile è sempre più a rischio. Intanto ci sono tre scuderie candidate a essere la prima forza del campionato: Red Bull, McLaren e Mercedes. La Ferrari deve ancora inseguire: "Siamo rimasti sorpresi dal degrado alto delle medie e basso delle hard – ha detto il team principal Ferrari, Frederic Vasseur–. La strategia perfetta è stata quella di Russell. Non so se abbiamo ottenuto noi il massimo che potevamo, ma bene la prestazione. Alla fine tutti vicini in 10 secondi". E la Rossa ci ha provato a fare uno stint alla Russell, "ma Sainz (sesto, ndr) era troppo lontano, Dobbiamo rimettere tutto insieme dalla prossima gara", chiude il francese.

Spa ha reso di nuovo umana la McLaren. Dopo la favolosa doppietta ungherese, ancora una vola a Norris manca la lucidità. Troppi errori acumulati sin dai primi giri il britannico bacia la ghiaia in uscita dalla curva La Source e si trova subito a tallonarlo Max Verstappen, che poi lo supera con un undercut alla prima sosta. E gli rimane davanti anche al traguardo, allungando nel Mondiale. Che ora, almeno sul fronte dei costruttori, sembra più aperto che mai.