Alcaraz, è vero: si gioca troppo

di LEO TURRINI
24 settembre 2024
Carlos Alcaraz (Ansa)

Carlos Alcaraz (Ansa)

In Inghilterra ci sono state proposte di sciopero da parte di calciatori della Premier League, ovviamente contro i calendari troppo intasati.

A Madrid il grande nocchiero Carlo Ancelotti ha annunciato che manderà in ferie alcuni dei campioni del Real a stagione in corso, per tutelarne la salute.

Sotto rete, cioè nella pallavolo, da anni maschi e femmine contestano la moltiplicazione degli eventi, fra attività di club e Nazionali, rivendicando il diritto al riposo.

Persino ai box, tra Formula Uno e MotoGP, ci sono piloti e centauri che trovano insopportabile l’accumularsi delle competizioni, con tanto di gare Sprint aggiunte al sabato, giusto per rischiare l’osso del collo qualche volta in più.

Trattandosi di un fenomeno collettivo e senza confini, sarebbe bene, da parte del tifoso comune, evitare il riflesso di stampo qualunquistico. Che suona più o meno così: ma cosa vogliono questi privilegiati? Come osano lamentarsi? Sono pagati, anzi, spesso strapagati, per divertirsi. Sempre meglio che lavorare!

Ebbene e invece no. Hanno ragione loro. Gli atleti e gli allenatori.

Perché la sovrapposizione degli eventi ha sicuramente un effetto sulle abitudini degli sportivi da salotto e da divano, che sempre trovano qualcosa in tv. Ma ne vale la pena?

Quanto incide sulla qualità dello spettacolo la somma frenetica di partite, sfide, set, corse e balzi? All’ultimo Europeo di calcio non si sono visti troppi match francamente bruttini (con Oscar dell’orrore alla Nazionale di Spalletti) perché in tanti non si reggevano in piedi?

Ancora: ha senso la nuova Champions che propone una quantità industriale di partite per eliminare appena dodici club su trentasei?

Ovviamente non è in discussione il desiderio di accrescere i ricavi attraverso diritti tv, sponsorizzazioni, incassi al botteghino. Lo Sport, a certi livelli, è un business e muove interessi enormi. Quindi è opportuno evitare le facili ipocrisie. Però, appunto, c’è un però. Figlio della antica cultura contadina.

Quando i limoni sono troppo spremuti, inutile provare a fare un’altra limonata.

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