Alcaraz, è vero: si gioca troppo
In Inghilterra ci sono state proposte di sciopero da parte di calciatori della Premier League, ovviamente contro i calendari troppo intasati.
A Madrid il grande nocchiero Carlo Ancelotti ha annunciato che manderà in ferie alcuni dei campioni del Real a stagione in corso, per tutelarne la salute.
Sotto rete, cioè nella pallavolo, da anni maschi e femmine contestano la moltiplicazione degli eventi, fra attività di club e Nazionali, rivendicando il diritto al riposo.
Persino ai box, tra Formula Uno e MotoGP, ci sono piloti e centauri che trovano insopportabile l’accumularsi delle competizioni, con tanto di gare Sprint aggiunte al sabato, giusto per rischiare l’osso del collo qualche volta in più.
Trattandosi di un fenomeno collettivo e senza confini, sarebbe bene, da parte del tifoso comune, evitare il riflesso di stampo qualunquistico. Che suona più o meno così: ma cosa vogliono questi privilegiati? Come osano lamentarsi? Sono pagati, anzi, spesso strapagati, per divertirsi. Sempre meglio che lavorare!
Ebbene e invece no. Hanno ragione loro. Gli atleti e gli allenatori.
Perché la sovrapposizione degli eventi ha sicuramente un effetto sulle abitudini degli sportivi da salotto e da divano, che sempre trovano qualcosa in tv. Ma ne vale la pena?
Quanto incide sulla qualità dello spettacolo la somma frenetica di partite, sfide, set, corse e balzi? All’ultimo Europeo di calcio non si sono visti troppi match francamente bruttini (con Oscar dell’orrore alla Nazionale di Spalletti) perché in tanti non si reggevano in piedi?
Ancora: ha senso la nuova Champions che propone una quantità industriale di partite per eliminare appena dodici club su trentasei?
Ovviamente non è in discussione il desiderio di accrescere i ricavi attraverso diritti tv, sponsorizzazioni, incassi al botteghino. Lo Sport, a certi livelli, è un business e muove interessi enormi. Quindi è opportuno evitare le facili ipocrisie. Però, appunto, c’è un però. Figlio della antica cultura contadina.
Quando i limoni sono troppo spremuti, inutile provare a fare un’altra limonata.
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