La commozione di omar. Camporese: "Super Matteo mi emoziona. Il me di oggi si rivede un po’ in lui»
La voce un po’ si rompe parlando di Matteo. Perché gli infortuni al braccio, i mesi d’infiltrazioni a 23...
La voce un po’ si rompe parlando di Matteo. Perché gli infortuni al braccio, i mesi d’infiltrazioni a 23 anni, nel fiore dell’attività tennistica aprono i cassetti dei ricordi di Omar Camporese. L’ex tennista azzurro ora l’Italia la commenta alla tv, ma quando scende in campo Berrettini scatta qualcosa di speciale, "perché adora giocare per la maglia, ha dato tutto per essere qui".
Cosa le piace e la emoziona di più di questa squadra?
"Mi piacciono molto dal punto di vista tennistico, veder giocare Sinner è sempre un piacere, ma credetemi, commentarlo non è così facile come sembra".
Perché?
"Tutto ciò che fa è al limite della fantascienza, e farlo capire alla gente che sta davanti alla tv e magari non ha nemmeno mai giocato a tennis è una sfida".
Dei ragazzi cosa l’ha colpita di più dal punto di vista umano?
"Mi sono emozionato fino alle lacrime per Berrettini, perché mi sono un po’ rivisto in lui, che adora giocare per l’Italia e sta dando tutto dopo gli infortuni. E’ capitato anche a me di farmi male quando avevo 23 anni, so cosa si prova".
Ma gli azzurri hanno un unicum rispetto agli altri secondo lei?
"Tra loro c’è una grande coesione, un grande legante, mi sembrano l’esempio del ’tutti per uno’ che ci piace così tanto. Ma non solo, l’intelligenza non manca. Può essere difficile per uno sportivo che se non gioca fa comunque parte della squadra: loro hanno la capacità di farsi da parte come è capitato a Bolelli e Vavassori nel caso del doppio".
E Musetti? Cosa gli è capitato secondo lei contro l’Argentina?
"Lorenzo si è inceppato in una giornata no, che tra l’altro aveva iniziato anche bene. Da lì non ha più funzionato il servizio, ma in Davis può succedere perché si ha una grande responsabilità sulle spalle. Ricordiamoci poi che ha solo 23 anni, sul carattere si può lavorare ancora tanto, dato che il tennis è già a livelli eccelsi. In più, gestire un’annata a ritmi alti non è semplice, può succedere di avere giornate no. Quando vesti l’azzurro sei sotto gli occhi di tutti, e quindi anche più soggetto alle critiche".
Come giudica le scelte del capitano?
"Musetti lo avrei fatto giocare anche io la prima giornata. Se poi guardiamo e analizziamo bene il campo veloce è giusta anche la scelta di virare su Berrettini. Semplicemente perfetto, non ha sbagliato nulla".
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