"Valanga azzurra" diventa un marchio e fa indignare i campioni
Da Gros a Thoeni e De Chiesa: "Iniziativa eticamente esecrabile"
Da Gustav Thoeni a Piero Gros, da Marcello Varallo ad Herbert Plank e Paolo De Chiesa, sono "indignati" i campioni della Valanga azzurra per una iniziativa che definiscono non solo "unicamente commerciale" ma anche "esecrabile da un punto di vista etico" perché "tradisce totalmente lo spirito sportivo di quel gruppo di grandi atleti" ed i "sentimenti di chi ama lo sci". Tutto nasce dalla notizia che l'ex velocista italiano Giuliano Besson - titolare di una azienda di abbigliamento sportivo che porta il suo nome insieme a quello dell'ex compagno di gare Stefano Anzi (ma i due si sono separati da tempo, anche se il marchio con entrambi i nomi é rimasto a Besson) - ha lanciato una nuova linea di prodotti con il logo "Valanga azzurra" dopo averne depositato il marchio "senza il consenso" dei componenti di quel gruppo. "Il tutto proprio all'indomani del grande successo che il film-documentario" dedicato alle imprese di quei campioni dello sci sta ottenendo nelle sale cinematografiche di tutto il paese, rimarcano gli autori della protesta. Per cui con un gesto clamoroso si "dissociano nella maniera più netta dall'iniziativa solo commerciale di Giuliano Besson" gli ex azzurri Gustav Thoeni, Piero Gros, Paolo De Chiesa, Tino Pietrogiovanna, Helmuth Schmalzl, Franco Bieler, Herbert Plank. Marcello Varallo e pure Stefano Anzi. "E da lassù" aggiungono, pensando ai compagni della valanga azzurra scomparsi negli anni passati, "siamo certi si uniscono alla nostra protesta anche Fausto Radici, Ilario Pegorari, Erwin Stricker e Roland Thoeni".
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