A tu per tu con bomber Motti. "Rimango qui. Proviamo a portare in alto il Tau»

Matteo Motti, bomber del Tau Altopascio, protagonista in vetta alla classifica marcatori e oggetto di interesse di club blasonati, si racconta in un'intervista esclusiva sul suo momento magico e le ambizioni di squadra.

di Redazione Sport
4 dicembre 2024
"Rimango qui. Proviamo a portare in alto il Tau"

Matteo Motti, bomber del Tau Altopascio, protagonista in vetta alla classifica marcatori e oggetto di interesse di club blasonati, si racconta in un'intervista esclusiva sul suo momento magico e le ambizioni di squadra.

A Ravenna gli hanno tributato una standing ovation a fine match, poi la doppietta contro il Sasso Marconi che lo ha issato in vetta alla classifica dei marcatori a quota 8, sia pure in coabitazione con Rizzi del Corticella ed è al centro di sussurri di mercato. Matteo Motti (nella foto), il bomber del Tau Altopascio primo in classifica, è il personaggio del momento. Fiorentino di nascita, ma tifoso della Roma (stravedeva per Totti), rassicura i tifosi. "Rimango ad Altopascio, fa piacere sapere che società blasonate stiano pensando a me, però voglio provare, con i miei compagni a portare in alto il Tau".

Secondo Lei potete vincere il campionato?

"Come si fa a dirlo con certezza, spesso magari è un dettaglio che separa il trionfo dalla delusione. Quello che è sicuro è il fatto che ci proveremo, l’obiettivo è lottare fino al termine della stagione, rimanendo lì, a contatto con le le altre big".

Come sta vivendo questo momento magico?

"In maniera molto serena e tranquilla, cercando di dare il meglio da quando mettiamo piede in campo al primo allenamento della settimana fino alla partita della domenica. Sono fondamentali e fanno la differenza anche i comportamenti fuori dal rettangolo verde. Adesso gira bene per me, ma il merito è di tutta la squadra e non è una frase fatta, basta osservare le nostre partite. Il meccanismo funziona, grazie al mister e a tutto lo staff".

Una domanda tecnica, Lei va su tutti i palloni, senza mollare mai, mettendo pressione ai difensori, con "cattiveria agonistica" e spesso li induce all’errore, in agguato per approfittare di eventuali sbavature: è una caratteristica che ha sempre avuto, anche a Poggibonsi?

"Sì, ho sempre interpretato così il mio ruolo di attaccante, perché secondo me questo costituisce un valore aggiunto nel ruolo di chi è deputato alla fase offensiva. Se uno corricchia tanto per fare, senza crederci, serve a poco. In questa maniera riesco ad aiutare i compagni e poi c’è da considerare che se aspetti il pallone pulito pronto per essere messo in porta allora non segnerai mai, perché nessuno ti stende il tappeto rosso, le occasioni bisogna anche crearsele".

Lavora o studia oltre al calcio?

"Per il momento mi dedico al pallone, ci sono molti aspetti da curare fisicamente che vanno oltre l’allenamento e ciò richiede tempo. Ma sto pensando al futuro, per capire quali prospettive potrò avere".

Massimo Stefanini

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