Alice D’Amato, l’età dell’oro: "In volo trovo me stessa. La ginnastica insegna tutto"

La stella dell’artistica guarda al futuro dopo l’impresa leggendaria ai Giochi "Mondiali ed Europei gli obiettivi del 2025, devo superare i guai alla spalla" .

di PAOLO GRILLI
9 novembre 2024
Alice D’Amato impegnata nella prova della trave a Parigi, quella che l’ha vista trionfare

Alice D’Amato impegnata nella prova della trave a Parigi, quella che l’ha vista trionfare

Milano, 9 novembre 2024 – Un oro olimpico cambia la vita. O forse no. Alice D’Amato, a 21 anni, tra pedana e fatica quotidiana sa come non farsi abbagliare dal riflesso del metallo più pregiato e ambito, e dai riflettori di una pur meritatissima ribalta. La trionfatrice dei Giochi di Parigi, con un’impresa nella trave, è al lavoro per un 2025 in cui vuole stupire ancora.

Qual sono le sensazioni tre mesi dopo l’exploit alle Olimpiadi?

"L’emozione non è passata. Dopo la vittoria ho partecipato a tanti eventi. Risultato a parte, era anche il momento per staccare. L’Olimpiade ti dà i brividi, ma ti toglie anche tutte le energie. Abbiamo ripreso in palestra, nel 2025 ci sono gli Europei a maggio e i Mondiali a ottobre. Ma devo anche superare dei problemi alla spalla, occorre essere prudenti".

Impegni ridotti, quindi?

"No, la preparazione varia solo nella qualità. Ma resta di quattro giorni a settimana da sei ore e mezzo di lavoro, e di due da quattro e mezzo".

Lei parla sempre al plurale, nel descrivere la sua vita da atleta. Come fa un certo Sinner...

"Sì, è così. Lo faccio instintivamente, pensando al lavoro insieme a mia sorella Asia, con cui condivido tutto nella Brixia, e anche allo staff e alla squadra. Il concetto di team è fondamentale. Solo da fuori la nostra sembra una disciplina individuale".

A Parigi è stata scritta una pagina storica per il nostro sport. Il suo è stato il primo oro olimpico di una azzurra della ginnastica.

"Ne vado molto orogliosa, tutti si sono accorti di me e di noi. Ma dispiace molto notare come altri appuntamenti che hanno la massima rilevanza, come Mondiali ed Europei, quasi passino senza essere notati. E fa male, pensando a quanta fatica si fa per prepararli. Il discorso va ampliato anche agli altri sport che godono di visibilità solo ai Giochi, e magari per quattro anni nessuno ne parla più".

Non è il caso del calcio. Lei è tifosa della Samp, che sta passando un periodo non proprio esaltante in serie B.

"Sì, ma sono fiduciosa che possa tornare presto ad alti livelli. Da atleta, so che i momenti no arrivano. Ma basta affrontarli nel modo giusto per risalire".

Per i ginnasti deve essere logorante concentrare tutte le energie di mesi su un esercizio di grande difficoltà, con l’errore sempre in agguato.

"E’ un po’ l’essenza di questo sport, ma c’è un modo per mantenersi il più possibile sereni: lavorare sempre duramente, al di là di quello che succede in gara. Altrimenti, è facile deprimersi per una giornata storta, magari nell’appuntamento più importante come le Olimpiadi".

Lei è un’atleta delle Fiamme Oro.

"Fare parte di questo Gruppo Sportivo è per me importantissimo. Mi consente di dedicarmi a tempo pieno alla mia attività, il mio ringraziamento alla Polizia è infinito".

Come cerca di svagarsi, tra un impegno e l’altro?

"E’ importante sapere staccare. Io amo guardare serie in tv, quele poliziesche, i gialli. Poi c’è anche lo shopping, nel tempo libero. Ma ci si riposa pure, le energie dopo un allenamento non sono mai tante...".

Lei ha impressionato anche per il sorriso che sa sempre regalare, in pedana e fuori.

"La ginnastica artistica mi fa sentire me stessa, posso dire che mi realizzo avendo la certezza di non aver bisogno di finzione, di apparire diversa da quella che sono".

Ai Giochi ha battuto anche un mito come Simone Biles. Che effetto fa competere contro un’icona?

"Forse ero in soggezione solo la prima volta. Poi c’è un gran gusto a sfidarla. Certo, quello che fa è fenomenale. Con naturalezza riesce a completare esercizi che nemmeno gli uomini sarebbero in grado di fare".

Lei è sempre stata competitiva?

"Sì, fin da piccola, quando avevo iniziato con la danza".

A dieci anni si è trasferita da Genova a Brescia per inseguire il suo sogno.

"Una scelta che io e Asia abbiamo condiviso coi nostri genitori. Nostro padre Massimo è venuto a mancare due anni fa, ma noi gareggiamo con lui e per lui".

La ginnastica artistica italiana ha preso il volo.

"Era ora! E’ uno sport che mi ha dato tutto. Ti fa crescere, ti insegna a stare insieme agli altri, la disciplina, l’educazione. Posso dirlo? Mi confronto con i miei coetanei e spesso mi sembra di essere davvero diversa".

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