Semenya contro la federazione mondiale: “Prendano loro le medicine”

L’atleta sudafricana, accusata di avere testosterone a livelli maschili, pubblica una biografia nella quale attacca World Athletics: “Sono solo una donna diversa. Mi hanno fatto vivere nella depressione, mi dissero di prendere questo farmaco”

28 ottobre 2023
Caster Semenya

Caster Semenya

Londra, 28 ottobre 2023 – Il suo nome è diventato un simbolo, suo malgrado. Caster Semenya, l’atleta sudafricana al centro di tante polemiche per i suoi livelli di testosterone (la nostra Elisa Cusma, battuta in pista, disse delusa a fine gara: “è un uomo”), ha anticipato al Guardian alcuni passaggi della sua autobiografia.

Sono una donna, sono africana, sono una donna diversa. È l'unico termine che posso usare. Delle loro categorie non me ne frega niente", ha detto, rievocando un calvario personale iniziato a 18 anni con il primo oro mondiale negli 800. Era il 2009, a Berlino: dieci anni dopo la federazione mondiale, che prima si chiamava Iaaf e ora World Athletics, dopo una serie di esami fatti allo scopo di stabilire quale fosse il suo sesso, la escluse dalle gare adducendo come motivazione un livello di testosterone troppo alto rispetto a quello delle sue avversarie.

La biografia si intitola "The race to be myself”, al Guardian ha anticipato alcuni passaggi attaccando la federazione mondiale, accusata di averla spinta a terapie ormonali per ridurre il livello di testosterone e di aver rivelato i suoi dati medici al mondo intero.

"Descriverei gli effetti del farmaco così: vivi ogni giorno con un corpo dolorante. Il tuo stomaco brucia, hai attacchi di panico, sudi sempre. È stato pazzesco - afferma - Ci sono stati giorni in cui ho vissuto nella depressione totale. Giorni in cui non volevo svegliarmi. World Athletics mi disse di prendere questo farmaco. Quei bastardi devono andare a prendere le medicine da soli e poi dire come si sentono”, ha detto Semenya al Guardian.

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