Brignone, riabilitazione in tre tappe: "È in ottime mani e guarirà bene"

Il direttore scientifico dell’Isokinetic Della Villa: "Lo staff medico della Fisi è molto esperto e lavorerà al meglio"

di MASSIMO SELLERI
4 aprile 2025
Il dottor Francesco Della Villa, direttore scientifico dell’Isokinetic

Il dottor Francesco Della Villa, direttore scientifico dell’Isokinetic

Federica Brignone riuscirà a guarire in tempo per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina che inizieranno a febbraio? È questa la domanda più frequente tra gli appassionati di sci visto anche il momento magico che stava attraversando l’atleta valdostana.

"Credo che sia necessario fare una premessa importante - spiega il dottor Francesco Della Villa, direttore scientifico dell’Isokinetic -. A capo dello staff medico della Federazione Italiana Sport Invernali c’è un team medico molto esperto per cui la Brignone è in ottime mani. Da quelle che sono le notizie comuncate è stata definita una diagnosi dopo i primi esami eseguiti all’ospedale di Trento".

Diagnosi che parla di una frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale sinistro e di una frattura alla testa del perone sinistro. Si tratta di un infortunio comune tra gli sciatori?

"Abbastanza e si tratta di infortunio serio, la frattura del piatto tibiale è un trauma acuto dovuto alle sollecitazioni di compressione e di rotazione a cui il ginocchio è sottoposto durante la pratica di questa disciplina, ed in particolare in movimenti bruschi. Nel 30% dei casi la frattura del piatto tibiale è accompagnata anche dalla frattura della testa del perone".

Davvero anche a grandi linee non è possibile stabilire i tempi di recupero?

"La riabilitazione deve porsi sempre un obiettivo e io credo che in questo caso il traguardo sarà la partecipazione ai Giochi Olimpici. Dopo una serie di interventi chirurgici, l’atleta inizierà un lungo percorso a tappe verso il completo recupero. Una fase iniziale dove verrà recuperata la funzionalità dell’articolazione, una fase intermedia dove lavorerà sul rinforzo muscolare e una finale in cui il paziente riprenderà ad eseguire il gesto tecnico. Vi sono dei criteri per stabilire quando una fase è superata e si può passare alla successiva".

Questi traumi dipendono dal fatto che la stagione è densa di appuntamenti?

"Questa domanda ci viene rivolta spesso quando si parla di calciatori. A mio parere no, ma è chiaro che più si alza il numero delle gare e più aumentano le situazioni in cui un trauma di questo genere si può verificare".

Durante la riabilitazione quanto influisce il supporto psicologico?

"Ha una valenza importante soprattutto nella prima fase. Quando si parla di campioni come la Brignone bisogna, però, tener presente la loro fortissima determinazione e quindi mi auguro davvero che possa recuperare completamente e di vederla in pista per le Olimpiadi".

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