Canè, una Davis piena di tortellini. "Ora in Italia manca solo lo Slam. Magari fossi nato nel Duemila»
L’ex bandiera della nostra nazionale festeggia l’arrivo a Bologna delle fasi finali della coppa più ambita "Il movimento è in crescita, e Volandri ha l’imbarazzo della scelta. Sogno un azzurro campione a Parigi".
Due edizioni della Coppa Davis di fila, Sinner che vince le Atp Finals dopo aver trionfato in Australia. E adesso le finali di Davis che, dal 2025, saranno in Italia. A cominciare da Bologna.
Paolo Canè cosa chiedere di più?
"Ogni giorno che passa il nostro movimento migliora. Manca solo che l’Italia possa esprimere un torneo dello Slam".
Roma come Roland Garros, Wimbledon, Us Open e Australian Open?
"E’ chiaro che la mia è una battuta, perché ci vuole rispetto verso i tornei dello Slam e la loro storia. Pur trattandosi di una battuta, nasconde una piccola verità. Il movimento cresce".
A proposito di movimento...
"Sì, tocca a me. Sono stato operato all’anca sinistra nel complesso di Iseo, da Marcello Claudio Truzzi. A lui e alla sua équipe non posso che dire grazie".
Ha ripreso?
"Con calma. Ci arriveremo".
Torniamo ai nostri ragazzi...
"Guai a chi me li tocca. Sono proprio contento che abbiano raggiunto questi livelli".
Come se lo spiega?
"Il tennis in Italia c’è sempre stato. Pietrangeli, Panatta, quelli della mia generazione. Poi Fognini e Seppi. E adesso questi straordinari ragazzi che sono esplosi tutti insieme".
Le sue parole trasudano di entusiasmo. Nessuna invidia o nessun ’pistolotto’ del tipo ’ai miei tempi’?
"La mia è felicità vera. Ci Stanno abituando troppo bene. Magari, adesso, ci sarà l’effetto contrario. Al primo errore saranno castigati. E non lo meritano".
Questi giocano e vincono.
"Sinner, la Paolini. Vinciamo dappertutto. E sono felice. Ho un solo rimpianto".
Quale?
"Magari fossi nato qualche decennio dopo".
Paragoni?
"No, non ci stanno. Ma io, con il mio temperamento, avrei portato un po’ più di colore".
I tempi di Paolo il caldo.
"L’esperienza mi ha portato consiglio. Ma avrei movimentato il tutto. In allegria".
Sinner, la Wada e il Clostebol.
"Ho una grande empatia con Jannik. C’è chi dice che sia stato aiutato. Penalizzato forse no, ma aiutato nemmeno. Capisco quando dice che non dormiva la notte. Questo gli ha dato più cattiveria agonistica. Quella buona. Colpisce la palla in modo più aggressivo".
La Davis in Italia, gli Slam. Cosa sogna per il futuro? Un azzurro in trionfo a Wimbledon?
"Penso più al Roland Garros. Poi vedo comunque a un movimento che cresce. Anche a livello dei singoli. Può accadere a Musetti. Senza dimenticare tutti gli altri. Bello che Volandri sia in difficoltà".
Una difficoltà piacevole.
"Sì, perché ha l’imbarazzo della scelta".
Lei sempre commentatore?
"Certo. Insieme con la mia scuola di tennis, le mie attività".
La Davis la riporterà a Bologna.
"La mia Bologna. E i tortellini. Quando tornavo dai miei li mangiavo a pranzo e a cena".
Alla panna?
"Rigorosamente in brodo",
Non proprio la dieta dell’atleta.
"Ma con tutti i sacrifici, ogni tanto non fanno male".
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