’Cate’ Banchelli non finisce mai di stupire: "Ho deciso: smetto. Si apre un nuovo capitolo"
La campionessa della Rari e della nazionale chiude la carriera dopo le Olimpiadi a soli 24 anni: "Voglio dedicarmi a studio e design"
Una notizia inattesa che ha colto di sorpresa in tanti, e non solo nel mondo della pallanuoto. Caterina Banchelli, fiorentina, 24 anni fra quattordici giorni, appende la calottina di portiere al chiodo e dice addio alla Rari Nantes Florentia: la società nella quale è nata, cresciuta e ha giocato per dodici stagioni, alla Sis Roma con cui ha disputato, in prestito, lo scorso campionato di A1, e alla Nazionale che l’ha vista a lungo protagonista e con la quale, ai recenti Giochi olimpici di Parigi, ha piazzato l’ultimo tassello di una lunga e trionfale carriera.
- Un fulmine a ciel sereno, impensabile fino a poche ore fa.
"Mi piace stupire, anche questa volta è successo".
Ora, però, ci spieghi il perché.
"Ho sempre vissuto una vita a due facce: da una parte, quella sportiva – la pallanuoto - alla quale ho dato tanto ma da cui ho ricevuto ancora di più; dall’altra, quella personale, dello studio, delle altre mie passioni. Dopo la laurea triennale conseguita a Firenze in design, in preparazione per queste Olimpiadi mi ero presa un anno sabbatico, volevo concentrarmi solo su quelle ma pensavo già da tempo che, una volta concluse, avrei potuto rimettere tutto in discussione".
Così, alla vasca subentra il design.
"Si apre un nuovo capitolo di vita, non è possibile continuare a fare un percorso parallelo, voglio rendermi protagonista anche in quest’altro mondo, proseguire gli studi, conoscere gente nuova, fare nuove esperienze".
Ha già deciso dove?
"Ci sto ancora pensando, mi piacerebbe all’estero, magari in Inghilterra, chissà".
Della pallanuoto cosa si porta dietro?
"Tutto il bello che mi ha dato questo sport. In questi anni ho vissuto un sogno, mi accompagneranno per sempre le emozioni, le gioie condivise con le mie compagne, i dirigenti, gli allenatori, la famiglia e gli amici; e le delusioni che mi hanno fatto crescere come atleta e come donna. E poi, il bello dello sport è che non ti sbarra mai le porte, se mai un giorno dovessi ripensarci…".
Finire con le Olimpiadi, fra l’altro, è stato anche il modo migliore per chiudere il cerchio.
"Volevo Parigi, ho fatto di tutto per poterci arrivare e anche se il risultato non è stato quello che ci aspettavamo (il Setterosa si è piazzato sesto, ndr) sono uscita da questa esperienza con qualcosa in più".
In carriera ha vinto di tutto, a partire dalle Nazionali giovanili per arrivare al Setterosa. Fra i molti momenti indimenticabili ce n’è qualcuno che ricorda più volentieri?
"Di ricordi bellissimi ne ho molti. Ma ciò che mi ha regalato le emozioni più grandi, oltre ai recenti Giochi olimpici, sono l’argento iridato under 18 di Belgrado nel 2018, quando perdemmo in finale contro la Spagna ma fui votata come miglior portiere di tutto il torneo. Poi il bronzo dei Mondiali di Fukuoka 2023 quando battemmo l’Australia 16-14 al termine di una gara sofferta ma stupenda: dopo il quarto posto di Budapest dell’anno prima volevamo a tutti i costi risalire sul podio ed esserci riuscite mi ha dato una grande gioia. Ma di quel Mondiale ricorderò soprattutto la vittoria nei quarti per 8-7 sugli Stati Uniti campioni olimpici".
C’è un messaggio che vorrebbe rivolgere ai giovani e a tutte le persone che le vogliono bene?
"Quello di seguire sempre, con fiducia e convinzione, i propri sogni, e di fare di tutto per realizzarli anche se questo, a volte, dovesse comportare delle scelte difficili".
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