Ciclismo pratese in crisi, orfano del Comitato
Diminuiscono le società presenti sul territorio, persa la rappresentanza. Le cause del calo dei tesserati. Appello alla Federazione
Ha destato sorpresa la notizia che Prato non avrà nel prossimo quadriennio olimpico il Comitato Provinciale della Federciclismo, in quanto presenti solo 9 società aventi diritto al voto rispetto alle 10 previste dallo statuto, numero che consente di eleggere il Comitato. Le prime avvisaglie della crisi una ventina di anni fa, con un calo che è progressivamente continuato fino a quando è scoppiata la pandemia con il Covid che ha ulteriormente acuito il calo di tesserati e di società.
Il primo segnale giunse con la cessazione di attività della Vellutex e della Filati Alessandra, due società a grandi livelli nei dilettanti e che ottenero tanti risultati di prestigio. Sulla scia dei due team lasciarono l’attività anche il gruppo sportivo Sia Finauto di via Galcianese, il G.S. Grassi di Castelnuovo di Prato e Poggio a Caiano, e la gloriosa Ciclistica Pratese 1927 per tanti anni punto di riferimento in campo organizzativo e con squadre giovanili. Sono state imitate anche dalla Pol. San Giusto e dalla Cipriani & Cipriani, tutte e due con sede nella frazione pratese. L’elenco delle defezioni è proseguito con il Velo Club Seano One, la società dove ha iniziato a gareggiare a 7 anni l’olimpionica Vittoria Guazzini, mentre anche nel settore amatoriale il calo dei tesserati e delle gare organizzate è stato evidente. Ma chi ha seguito il ciclismo pratese a cavallo tra la fine del secolo scorso e l’inizio del ventesimo non può certo dimenticare le altre società che non ci sono più nel ciclismo come la Ma-Vi Lunardi di Poggio a Caiano, l’U.C. Comeanese, la Ciclistica Montemurlo, il gruppo sportivo Sant’Ippolito di Vernio. Altre hanno ridotto la loro attività come l’U.C. Seanese della quale gli sportivi ricorderanno i successi conseguiti dalla società di Seano quando fu abbinata al Lanificio Tre Stelle. Ridotta l’attività anche del Team Zhiraf di Comeana per anni sulle breccia e di altre società, mentre il Team Soudal si occupa di mountain bike.
Le cause sono diverse. Le aziende iniziarono a limitare le sponsorizzazioni e quindi a sostenere le squadre, e in diversi casi a cessare del tutto la presenza nel ciclismo. In qualche caso anche il doping nel periodo che scoppiò questa piaga, ebbe la sua influenza sull’abbandono degli sponsor. I costi aumentati per svolgere attività oppure organizzare gare sono altri aspetti da non sottovalutare, così come la sempre più crescente burocrazia per allestire una manifestazione ciclistica, e da qui meno gare inserite in calendario. Il calo dei tesserati avrà riflessi su tutte le categorie, e se guardiamo al numero dei tesserati in Toscana nei giovanissimi (7-12 anni) si è registrato un calo del 10 per cento rispetto a 5 anni fa quando scoppiò il Covid. E’ vero che c’è stato un calo nel numero dei nati negli ultimi anni, ma il ciclismo deve fare i conti anche con il problema che riguarda gli allenamenti, con poche zone sicure e lontano dal traffico, ed i genitori preferiscono alle strade, luogo di allenamento, piscine e palestre per i propri figli scegliendo altri sport. La Federazione Ciclistica Italiana deve assolutamente rilanciare il ruolo delle società di base, aiutandole e mettendo in atto ogni iniziativa a favore del ciclismo giovanile, altrimenti i problemi sono destinati a crescere ancora.
Antonio Mannori
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