Cordinier, argento vivo per la sua Virtus: "Porto l’energia di Parigi su questa maglia"
Il francese e la medaglia ai Giochi: "Così bella che ancora non ci credo, mi ha migliorato come giocatore. La nuova V nera è molto forte"
Basta fare un piccolo accenno alla medaglia d’argento vinta alle ultime Olimpiadi e gli occhi di Isaia Cordinier brillano come stelle. "La Francia, mia nazionale – spiega l’esterno della Virtus – ha fatto qualcosa di straordinario. Erano in pochi a credere in noi, ma non ci siamo lasciati disunire dalla diffidenza e siamo rimasti compatti. Abbiamo dimostrato che erano in tanti a sbagliarsi sul nostro potenziale e che avevamo ragione noi ad avere fiducia nei nostri mezzi".
Isaia, quanto questo successo l’ha cresciuta come giocatore?
"Sicuramente mi ha migliorato e penso che con la maglia della V nera potrò far vedere quelli che sono i miei progressi. Ancora, però, non mi rendo conto di questi passi in avanti. Dalle Olimpiadi ho tratto diversi insegnamenti che penso mi porteranno ad avere un approccio diverso, sicuramente migliore, con la pallacanestro".
Perché?
"Ripeto è stato tutto così bello che faccio fatica a mettere a fuoco quello che è successo. Ho vissuto un groviglio di emozioni importanti e anche contrastanti. Ad esempio terminata la finale ero deluso, del resto nessuno gioca una partita per perdere, a maggior ragione quando si tratta dell’ultima gara, quella che sancisce chi è il vincitore. Poi una volta che mi hanno messo la medaglia al collo ho capito che avevamo fatto qualcosa comunque di straordinario. Non avevamo nessuno tipo di rammarico, avevamo dato il nostro massimo contro un avversario che era più forte di noi e anche se questo era un dato di fatto non ci siamo fatti intimorire dalla loro forza".
Quali sono i suoi obiettivi personali in questa stagione?
"Giocare meglio di quella precedente, sapendo che tutto questo passa necessariamente dai risultati della squadra. Come è stato con la Francia vorrei dare un contributo importante affinché il club possa raggiungere gli obiettivi che si è prefisso".
Quale è il suo giudizio sulla nuova Virtus?
"Siamo una formazione molto forte che deve avere il tempo di conoscersi, ma io credo che una volta che avremo trovato l’intesa tra di noi potremo sicuramente esprimerci al meglio. Il nostro coach Luca Banchi è un valore aggiunto e lo abbiamo visto nella passata stagione quando ha preso un gruppo non costruito da lui e in poche settimane lo ha portato ad esprimersi al massimo giocando in modo ottimo fino a quando gli infortuni non ne hanno limitato il rendimento. Noi lo abbiamo seguito e questo è quello che dobbiamo fare anche quest’anno che non sarà non facile visto quanto si sono rinforzati i nostri avversari sia in Eurolega che in campionato".
Lei, Hackett, Tucker, Clyburn e Pajola. La fisicità non manca tra gli esterni. Ci sarà, però, anche tanta competizione.
"Ci saranno anche tante partite e siccome dovremo tenere alta l’intensità difensiva serviranno energie per cui non credo che questo sia un problema. Credo anche che i nostri punti di riferimento non siano cambiati nonostante ci siano stati degli innesti importanti. Per cui il nostro capitano Belinelli resta comunque uno dei leader principali a cui affidarsi per vincere le partite".
Durante le Olimpiadi l’abbiamo vista con un ‘outfit’ molto sobrio. E’ stato questo il suo segreto?
"Non è stato un caso. Io mi vesto e mi esprimo in base a come mi sento. In questo mi sento di poter dire che sono una persona molto trasparente. Ai Giochi volevo dimostrare che tipo di giocatore posso essere e penso di esserci riuscito. Ci sono momenti in cui mi piace apparire un po’ più eclettico e altri in cui preferisco essere più defilato. Dentro sono sempre io: un ragazzo che cerca sempre di dare il meglio di sé soprattutto in campo".
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