Fabbri, tutta la potenza dei sogni. "Voglio i 23 metri e due Mondiali. Quando entro in pedana sono felice»

Il pesista azzurro campione d’Europa e della Diamond League si aspetta molto dalla prossima stagione "Aver battuto il record italiano di Andrei, il mio mito, è incredibile. Amo la mia Firenze e...la bistecca" .

di PAOLO GRILLI
24 dicembre 2024
Leonardo Fabbri, 27 anni. E’ campione europeo in carica e vice campione del mondo, gareggia per l’Aeronautica Militare

Leonardo Fabbri, 27 anni. E’ campione europeo in carica e vice campione del mondo, gareggia per l’Aeronautica Militare

Nei giorni in cui tutti fantasticano del ’25, l’anno che verrà, Leonardo Fabbri pensa...al 23. Intendendo i metri che il pesista fiorentino si prefigge di raggiungere per la prima volta coi suoi lanci poderosi, quelli che l’hanno già proiettato nel gotha mondiale della specialità.

Fabbri, come trascorre queste feste? "Sono tornato da un lungo stage di preparazione in Sudafrica, in gennaio ce ne sarà un altro. Diciamo che sono ’in vacanza’, ma si tratta di un relativo riposo fisico".

Il 2024 le ha dato tanto. "Sì, dopo l’argento mondiale dell’anno prima, sono riuscito a vincere gli Europei a Roma e la Diamond League, con tanto di record italiano (22,98, ndr) superando per la seconda volta quello storico di Alessandro Andrei. Un mito, fiorentino come me. E che mi scrive sempre. Tutto incredibile".

L’unico inciampo, ai Giochi. "Il quinto posto ovviamente non mi ha soddisfatto. Gara strana. Il mio primo lancio, nullo, era oltre i 22 metri e mezzo... Ma è stata una lezione. Forse ero arrivato lì fin troppo certo dei miei mezzi dopo aver battuto la leggenda Crouser a Londra. Un errore. La mattina dopo la finale, senza essere riusciti a dormire, col mio allenatore Paolo Dal Soglio, ci siamo guardati in faccia. Abbiamo cambiato il nostro programma: sarò in lizza già ai Mondiali indoor a marzo 2025, quelli che inizialmente non erano previsti per me. E poi ci saranno quelli outdoor a Tokyo in settembre. Ho voglia di competere. I 23 metri sono il grande obiettivo, non un’ossessione".

Gli Europei di Roma a giugno, con l’oro, erano stati quelli della consacrazione. "Per la prima volta mi presentavo a una grande competizione da super favorito. Non è facile, ero in auto da Schio verso Roma e mi ha preso l’ansia. Ho chiamato il mio mental coach Stefano Tavoletti, a cui devo tantissimo: dovevo ritrovare il giusto focus. Poi in gara tutto si è messo in discesa e me la sono goduta".

La vera svolta per lei è arrivata un paio di stagioni fa. "E’ avvenuta proprio grazie a Stefano, che mi era stato consigliato dal mio amico calciatore Lorenzo Venuti. Anche con la meditazione e le docce fredde sono come rinato. Chiaro, nessuno ha la bacchetta magica. Ha contribuito molto anche la perdita di quasi 25 chili in due anni. Si è deciso, col nutrizionista Diego Fortuna, di dimagrire in maniera intelligente per privilegiare l’elasticità e la velocità del gesto. Altri atleti privilegiano invece la potenza pura".

A tavola resta però qualcosa di irrununciabile? "Adoro la bistecca. E’ anche molto proteica e a noi lanciatori fa bene. Sono fortunato, in questo..."

Con il getto del peso è stato subito amore? "Quasi. A sei anni ero già in pista. La mia prima gara l’ho vinta però sui 60 metri. Mi spiace di aver illuso mio padre Fabio, velocista, che probabilmente si aspettava di avere un figlio sprinter..."

Fare atletica equivale a tanto sacrificio. "Per me non è proprio così. Mi alzo la mattina e sono contento di andare ad allenarmi. Datemi il peso e la pedana e mi fate felice. Mi viene da sorridere se penso che sono pagato per fare quello che mi piace di più. Per me non è un lavoro".

Com’è Leonardo quando non fa sport? "Uno che ama vivere Firenze. A volte mi metto da solo sui gradoni di piazzale Michelangelo ad ammirare la città. Ascolto sempre musica. Mi piace Branduardi. Anche le canzoni inglesi. Mi piace la musica, ma solo quella che trasmette veri valori".

Questo mondo sembra averli un po’ persi. "In giro vedo molte persone con un’espressione cupa, triste. Per l’anno che verrà vorrei che trovassero cose belle da fare, un lavoro che le stimoli e che faccia ritrovare il sorriso".

Nel 2028 torneranno le Olimpiadi. "Los Angeles è già nei miei pensieri. Lì Andrei aveva vinto l’oro ai Giochi... E sfiderò Crouser a casa sua. Ancora più bello".

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