Giani manda a casa un’Italia frenata. Troppa Francia, i Giochi restano un tabù

I Bleus guidati dal nostro mito non ci danno scampo e volano in finale. Azzurri domani alle 16 contro gli Stati Uniti per il bronzo

di DORIANO RABOTTI -
8 agosto 2024
Giani manda a casa un’Italia frenata. Troppa Francia, i Giochi restano un tabù

Yuri Romanò e Roberto Russo a muro contro Earvin Ngapeth, leader della Francia

FRANCIA

3

ITALIA

0

(25-20, 25-21, 25-21)

FRANCIA: Ngapeth 15, Chinenyeze 6, Patry 9, Clevenot 17, le Goff 4, Brizard 3, Grebennikov (L), Toniutti, Jouffroy, Louati 1, ne Tillie, Faure. Al. Giani.

ITALIA: Romanò 10, Lavia 8, Galassi 5, Giannelli 2, Michieletto 7, Russo 9, Balaso (L), Sbertoli, Porro 2, ne Bottolo, Sanguinetti, Bovolenta. All. De Giorgi

Arbitri: Cespedes, Ivanov.

Note: durata set 24’, 28’, 26’ tot. 1h18’. Francia: ace 3, m 5, e 20. Italia: ace 6, m 7, e 19.

dall’inviato

I miracoli si chiamano così perché sono rarissimi, due volte nella stessa Olimpiade e in due giorni non ricapitano. Per l’oro olimpico ripassare un’altra volta ancora. Toccherà a Giani andarsi a cercare quell’unica medaglia che gli manca, gli azzurri domani alle 16 cercheranno di prendersi almeno il bronzo contro gli Stati Uniti che sono arrivati al tie-break contro la Polonia. Loro hanno venduto cara la pelle, insomma.

L’Italia di De Giorgi invece è stata a lungo imbarazzante, e non è questione di perdere o vincere, ma del modo in cui si fa. Perché da fuori non c’è mai stata, neanche per un attimo, l’impressione che gli azzurri avrebbero potuto venirne fuori. Come se si fossero arresi ancora prima di scendere in campo, come se le energie profuse per l’incredibile rimonta contro il Giappone avessero svuotato il serbatoio mentale, discorso che dovrà essere approfondito.

Perché è vero che la Francia è campione in carica, Ngapeth è un fenomeno dal talento sconfinato, e però c’è tanto dell’Italia in questa disastrosa sconfitta. Stavolta i francesi non si arrabbiano, anzi: cantavano la Marsigliese prima, durante e dopo, perché già sul 3-0 del terzo set avevano già capito tutto e si erano lasciati andare al patriottismo, beati loro. Nell’orribile Arena Paris Sud 1, ricavata dentro la Fiera di Parigi con un clima da pinguini e musica a palla che ormai ha trasformato le partite in un grande karakoe, a scaldarci non sono arrivati neanche gli azzurri.

I processi si fanno alla fine, c’è ancora una medaglia da andare a cercare di prendere, ma di sicuro non è questa l’Italia che può sperare di farcela.

Alla Francia è bastato uno Ngapeth da sette punti nel primo set per mettere in discesa una partita in cui l’equilibrio è durato fino al 18-20, con la stella parigina a trascinare i suoi mentre l’Italia proprio non trovava un riferimento. Non un Michieletto più impegnato a scuotere la testa che a incidere, non un Lavia che non è certo trascinatore, non un Giannelli che forse avrebbe dovuto insistere maggiormente proprio sull’attacco su Ngapeth, che a muro è l’anello debole della Francia.

Va detto per onestà che anche altri galletti hanno alzato la cresta oltre orizzonti finora conosciuti, perché Clevenot ieri sembrava il nipote francese di Kiraly. Ma nel volley non si gioca mai da soli, e se la Francia ha fatto molto bene il proprio lavoro, è anche perché si è trovata la strada spalancata in modo non preventivabile. De Giorgi ha anche scelto di iniziare il terzo con il giovane Porro al posto di Michieletto, rimesso poi in campo senza che il cambio desse alcun frutto, mentre il Giangio li azzeccava tutti e andava a giocarsi una finale meritatissima.

Vederlo con la scritta France sulla maglietta fa male. Ma non essere sabato al suo posto, anche di più.

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