Highlander Fischnaller: "Voglio le Olimpiadi, poi penserò alle mie mucche"

L’asso dello snowboard punta ai Giochi di Milano-Cortina: "Prima i mondiali, ogni volta che infilo gli scarponi ringrazio l’Esercito che mi fa vivere un sogno".

di GABRIELE TASSI -
2 dicembre 2023
Highlander Fischnaller: 43 anni e ancora voglia di stupire

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Roma, 2 dicembre 2023 – Svelato il segreto del campione: "La differenza? Si fa dal cancelletto".

Roland Fischnaller, 43 anni, la sua tavola l’ama ancora come un tempo: "Mi diverto e sto alla grande", e da qui al lungo cammino delle Olimpiadi 2026 è pronto a giocarsi la sua carta più alta: "L’esperienza".

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Ci sono sette trofei di Coppa del Mondo a riempire gli scaffali dello snowboarder più famoso d’Italia, sei le edizioni dei Giochi alle spalle, e una sete di neve che ancora non si spegne, ma anche un affetto incondizionato per la natura che circonda il suo maso in Val di Funes.

Da qui a Milano-Cortina la sua carta d’identità segnerà 45, come si compete con atleti che a volte hanno anche la metà dei suoi anni?

"Intanto la pista la vedo praticamente tutti i giorni, qui accanto, a Livigno. Per il resto io mi preparerò come al solito, divertendomi con il sorriso sulle labbra, consapevole che scenderò in pista senza pensieri e supportato dall’esperienza. Due anni volano, e prima ci sono i mondiali, se andrà bene tanto meglio, in caso contrario fa lo stesso, l’aspetto mentale continua a essere la mia forza".

Ci sta dicendo quindi che avremo il piacere di vederla in parallelo ancora per un po’ nei prossimi anni?

"Sì, perché adoro stare a casa con i miei bambini, ma allo stesso tempo, ogni volta che infilo gli scarponi, sono contento che l’Esercito (ormai diversi anni fa), mi abbia dato la possibilità di fare questo sport, regalandomi una strada che tanti giovani a volte non trovano, e mi fa commuovere ogni volta che suona l’inno italiano e mi fa sentire orgoglioso".

Piacere e divertimento a parte cosa c’è dietro la sua longevità sportiva?

"Mi stimola tanto il bisogno di migliorarmi ogni giorno. Gli sport invernali sono sottoposti a una quantità di variabili inimmaginabili, dalla neve fino all’equipaggiamento, e ogni giorno, vedere che gli sforzi ti aiutano a fare meglio, anche solo un po’, è sempre una grande soddisfazione".

Abbiamo parlato delle Olimpiadi, ma quest’anno da dove inizia il suo calendario di gare?

"Praticamente da casa mia: Carezza (14 dicembre) e Cortina (16 dicembre) con il gigante parallelo, che lì mi ha regalato grandi emozioni. E’ come correre in famiglia, su montagne che tutto il mondo ci invidia. La neve poi e le piste sono sempre preparate in modo ottimo, un ottimo modo per iniziare insomma".

A proposito di montagne, abbiamo visto lo sci fortemente condizionato dalle condizioni climatiche, come è andata la sua preparazione?

"Fondamentalmente abbastanza bene. E’ iniziata a luglio qui da me in val di Funes, poi in agosto sono andato allo Stelvio, dove mi sono allenato almeno una volta alla settimana. Per il resto mi sono mosso fra la Svezia (come stanno facendo tanti atleti a causa della scarsità di neve, ndr), poi a Zermatt e a Solden".

Le difficoltà climatiche secondo lei intervengono anche sulla popolarità dello sport?

"Decisamente, a livello professionistico poi, andare a cercare la neve giusta per la velocità diventa sempre più difficile: rischia di diventare una disciplina d’élite con i ghiacciai in diversi casi ridotti al lumicino".

Cosa si può fare in Italia per lavorare sulla popolarità della tavola?

"L’ultimo fine settimane ero vicino a Innsbruck: sulle piste metà delle persone erano sciatori e metà snowboarder, insomma molti più che in Italia. Qui serve un maggior numero di maestri ma anche più club per aiutare i campioni in erba a crescere".

Campioni. Come il suo ‘vicino di casa’ Sinner, lo ha mai incontrato?

"L’ho conosciuto da ragazzino...era uno sciatore molto promettente. L’altro giorno, mentre trasportavamo l’attrezzatura con un suo vecchio allenatore, scherzavamo dicendo che si è scelto uno sport meno pesante: qualche centinaio di grammi di racchetta contro decine di chili fra sci e scarponi".

Ma la disciplina dell’allenamento di montagna gli ha fatto bene…

"Senz’altro...parliamo comunque di due sport individuali".

Chi è Fischnaller oltre lo snowboard?

"E’ una persona con la passione per la sua montagna: oltre a un possibile futuro lavoro in Fisi (quando e se smetterà con le gare, ndr), mi piacerebbe aprire un agriturismo e dedicarmi alle mie mucche".

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