Iapichino, un quarto di nobiltà. Larissa finisce ai piedi del podio 4x100 in finale, ma che brivido

Melluzzo, Jacobs, Desalu e Tortu quinti nelle batterie e qualificati solo grazie agli errori degli avversari. Oggi gli azzurri potranno comunque difendere l’oro di Tokyo. Tebogo batte Lyles (con Covid) sui 200 .

di LEO TURRINI -
9 agosto 2024
Larissa finisce ai piedi del podio 4x100 in finale, ma che brivido

Larissa Iapichino, 22 anni: quelle di Parigi sono state le sue prime Olimpiadi

dall’inviato

Quasi come Furlani. Quasi, appunto. Larissa Iapichino ha vissuto una delle notti più intense della sua verde carriera. Il 6,87, accompagnato da altri quattro salti più che buoni, non è bastato. Il gradino più basso del podio, occupato dall’americana Moore (6,96) è rimasto lontano nove centimetri. L’argento della tedesca Mihambo (6,98) undici. L’oro dell’altra statunitense Davis Woodhall (7,10) ventitré. Brucia? Un po’. Ma Larissa nulla ha da rimproverarsi. La sua è l’ennesima medaglia di legno italiana e sul tema ho già detto che non esiste solo un giudizio basato sulla contabilità dei podi. Non è serio e non è giusto. Per mettersi al collo qualcosa di metallo a Saint Denis, Larissa avrebbe dovuto migliorare il suo limite personale. Ci ha provato. Deve andare orgogliosa della sua notte. E noi con lei.

Record. Tolto Duplantis nell’asta, non è una Olimpiade da primati. Ecco perché è sensazionale il 50”37 della americana McLaughlin sui 400 ostacoli, nuovo record mondiale. Il limite precedente era 50”65. A proposito: nel mezzofondo è caduto un record italiano storico: Sintayehu Vissa ha corso in 3’58’11 superando dopo quasi 42 anni il mitico primato nazionale di 3’58“65 di Gabriella Dorio.

Lyles col Covid. Sui 200 c’è stato il magnifico show di Tebogo. Lo sprinter del Botswana (che mai nella storia aveva vinto un oro) ha corso in 19”46, sesta prestazione di sempre. E ha distrutto Lyles, il re dei 100 che voleva la doppietta per imitare Lewis e Bolt, appena terzo in 19”70; alla fine, però, ha spiegato di avere corso con il Covid. Re dei 110 ostacoli è lo statunitense Holloway (12“99). Nel giavellotto, il pakistano Nadeem Pak (92.97) ha soffiato l’oro all’indiano Chopra (89.45): prima medaglia del Pakistan nell’atletica olimpica.

4x100. Sull’orlo del baratro. In bilico tra rassegnazione e disperazione. Eppure, stasera la 4x100 azzurra potrà difendere in finale l’oro di Tokyo. Per chi confida nei miracoli, potrebbe persino accadere qualcosa di bello. Against all odds, per dirla con gli americani. Che dovranno proprio ricorrere al suicidio di massa per perdere. Mi spiego. Nelle batterie di ieri mattina, Melluzzo, Jacobs, Desalu e Tortu mi hanno fatto venire un coccolone. Quinti in 38”07. Dietro Stati Uniti (37”47), Sud Africa (37”94), Gran Bretagna (38”04) e Giappone (38”05). A quel punto il panico si è impadronito dei nostri eroi. Alla sfida per le medaglie accedevano in automatico le prime 3 delle due semifinali. Più i due migliori tempi. Per fortuna nell’altro raggruppamento i bizzarri giamaicani si sono eliminati da soli e gli altri sono andati piano: alla fine della fiera i campioni d’Europa hanno ottenuto il quinto tempo assoluto. Facendo quasi tutto piuttosto male.

Cosa non va. Questo l’elenco delle otto candidate al podio: Stati Uniti, Sud Africa, Gran Bretagna, Giappone, Italia, Cina, Francia e Canada. Correndo come ieri, beh, stasera faremo tappezzeria. Rovesciando il concetto: ci sono ampi margini di miglioramento. Di sicuro bisogna aggiustare i cambi. Jacobs è andato forte ma è stato costretto a frenare per passare il testimone a Desalu. Allo start Melluzzo non è stato brillante. E pure Tortu è parso imballato. Si aggiusterà tutto? Tornerà Patta, uno dei campioni di Tokyo, al posto di Melluzzo? Vedremo.

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