Italia, una doccia scozzese. L’orgoglio si spegne subito
Debutto amaro al Sei Nazioni per gli azzurri che soffrono la partenza avversaria. I padroni di casa si sono vendicati della sconfitta patita un anno fa a Roma. .

Federico Ruzza, uno degli ultimi ad arrendersi nella squadra di coach Quesada
Gli azzurri del rugby lasciano la Scozia con l’amaro in bocca, sia pur con la consolazione di essersi battuti con grande determinazione sino all’ultimo. Il punteggio finale non lascia dubbi: 31 a 19. I padroni di casa si sono vendicati della sconfitta patita lo scorso anno a Roma ma, soprattutto hanno confermato di possedere grandi qualità specie nel gioco offensivo. L’ Italia dal canto suo ha mostrato di saper lottare contro un avversario più forte. Non si è arresa quando l’andamento dell’incontro sembrava inesorabilmente segnato e sino all’ultimo si è battuta per conquistare il punto di bonus difensivo.
Gli scozzesi avevano promesso una partenza furiosa. E partenza furiosa è stata. I numeri del ’first half’, il primo tempo all’inglese, lasciano pochi dubbi. Per loro tre mete (2 trasformate) con Darge al 3’, Jones all’8’ (poi a segno altre due volte) e White al 28’. Per noi solo tre punizioni: Allan, Allan e… Allan autore di tre ’bombarde’ da una cinquantina di metri. Gli azzurri non sono mai nemmeno stati vicini ai 22 dei padroni di casa che, per contro, hanno albergato in pianta stabile nella nostra metà campo. Score dopo 40 minuti: 19 a 9, senza troppa gloria per loro ma nemmeno mortificante per noi. Scozia furiosa dunque, ma Italia comunque feroce con più di 110 placcate all’attivo in 40 minuti (25 quelle degli scozzesi). Ad inizio ripresa il match sembrava destinato a svilupparsi attraverso un unico copione. Noi a resistere, loro a cercare la quarta meta e il punto di bonus. E invece il coraggio degli Azzurri è riuscito per 30 minuti a rimescolare le carte.
Prima l’ennesima punizione siderale messa tra i pali da Allan al 43’ poi, appena 2 minuti dopo, una meta di rapina di Brex trasformata dal nostro infallibile estremo hanno riaperto i giochi. E non solo sul fronte del punteggio, 19 a 19, ma anche su quello del gioco. Infatti sino al 60’ minuto siamo stati assolutamente in partita. Poi, complice un errore dello schieramento difensivo azzurro, Jones è di nuovo andato in meta riportando i suoi in vantaggio e, soprattutto, in fiducia. Sfuggito l’attimo propizio l’Italia ha via via perso spinta e lucidità ideali, mentre gli scozzesi sono tornati a distendersi nella loro specialità: il gioco al largo con relativa ultima metà, segnata al 65’ da Jones, sempre lui: top scorer e uomo del match senza se e senza ma.
Nel finale i cambi dalla panchina che nelle ipotesi della vigilia erano stati ipotizzati dal coach Gonzalo Quesada come arma tattica in grado di cambiare il corso della partita non hanno sortito l’effetto desiderato. Tanto impegno, tanta encomiabile lotta ma poco costrutto.
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