L’analisi di mister Mandelli: "Siamo riusciti a reagire"
Tre pareggi e una vittoria in quattro partite per il neo allenatore dei canarini: "Il successo è mancato per una mezza spalla in fuorigioco. Diverse occasioni".
Come suo solito, Paolo Mandelli analizza conestrema lucidità la prestazione del Modena, a partire dall’episodio del gol concesso alla Salernitana: "Dal campo mi sono accorto fosse casuale e rocambolesco ma lo rivedrò. Può succedere, noi dobbiamo guardare a quello che fa la squadra e la squadra in un momento così difficile è riuscita a reagire e alla fine poteva starci che con una zampata riuscissimo a portare a casa la vittoria ma c’è stata ancora una mezza spalla in fuorigioco...".
Mandelli ha poi ammesso che il pari, in effetti, è il risultato che maggiormente ha rispecchiato i valori in campo ma nel primo tempo è stato il Modena a creare le situazioni più interessanti: "Il gol che abbiamo fatto, è arrivato dopo una serie di tocchi e scambi di qualità – ha continuato Mandelli – vuol dire che le individualità servono per giocare insieme. Poi, ci sono tante cose sulle quali possiamo migliore e dovremo essere più fluidi nella fase offensiva. Le occasioni le abbiamo create, penso al tiro di Santoro, a quelle di Palumbo, una con Caso in area di rigore, Pedro che ha tirato a botta sicura ed è stata deviata la palla. Mi piacerebbe sviluppassimo il gioco più sciolti, ma la Salernitana non ci aveva impensierito".
Nella ripresa, il passaggio al 4-3-3 e il gol di Palumbo: "Antonio è un giocatore che, anche nelle partite precedenti, gioca in una posizione di riferimento ma ha libertà di andare a cercarsi gli spazi – ha spiegato il tecnico – può diventare il centrocampista o l’attaccante aggiunto, quando serve. Io credo che questa squadra abbia bisogno di sbloccarsi, vincere qualche partita di fila per eliminare un po’ di tossine dalla testa. Però, sono contento perché dimostra voglia di farlo anche se può apparire a volte poco incisiva ma subiamo poco e calciamo in porta tanto ed è un dato. Giocare con Defrel e Pedro? Poi c’è Caso, Palumbo, Bozhanaj... sono tanti – ha sorriso – abbiamo tante armi e spetta a me saperle utilizzare al momento giusto. C’è anche chi arriva da infortuni e rischia di trovarsi sotto stress come è capitato a Ponsi purtroppo, dopo gli 80 minuti di Mantova e tanti mesi fuori".
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