Le azzurre regine di spada: è oro a Parigi
Fiamingo, Santuccio, Rizzi e Navarria domano la Francia in una bolgia e si prendono un titolo che mancava nella storia azzurra
Roma, 31 luglio 2024 – Regine di cuori, regine di spade. A pochi minuti di distanza c’è la coppia più bella del mondo che si mette al collo un oro e un bronzo, Rossella Fiamingo e Greg Paltrinieri, e perdonate i toni melensi da romanzo rosa, ma in fondo l’Italia è un Paese che non esisterebbe senza le famiglie e quello che hanno fatto le ragazze della spada ieri deve rendere orgogliosi tutti.
Perché la Fiamingo è il volto di copertina di un quartetto che unisce Friuli e Sicilia, due catanesi come lei e Alberta Santuccio, due udinesi come Giulia Rizzi e la veterana Mara Navarria, compatte come una squadra deve essere anche se solo fino all’altro ieri sulla stessa pedana dovevano essere avversarie.
"Si, terzo oro e un bronzo per Greg. Ho saputo adesso. Sono superfelice", ha detto la Fiamingo, che ha anche interpretato il sentimento più diffuso, di revanche per dirla alla francese. "Sapevamo che potevamo farcela ma poi tra il dire e il fare, c’è di mezzo il...Grand Palais!". Perché vincere in casa delle francesi vale doppio. E infatti il ct le aveva fatte allenare con un audio del tifo contrario in sottofondo, per abituarsi.
"Ho proseguito il lavoro delle mie compagne. Siamo campionesse olimpiche", alza la voce la Santuccio dopo una vittoria che vale doppio per il modo in cui è arrivata e per l’ambiente ostile in cui le nostre spadaccine si sono trovate a dover rimontare. Perché la partenza delle francesi, nella bolgia del Grand Palais, era stata bruciante e forse aveva frastornato un po’ le azzurre, nonosante l’esperienza. Ma la rimonta è stata inesorabile, stoccata dopo stoccata, affondo dopo affondo, fino al pareggio al termine del tempo regolamentare e al colpo decisivo piazzato dalla Santuccio sulla campione dell’individuale, l’indiavolata Mallo-Breton.
Giovanni Malagò che il giorno prima aveva dovuto appoggiare un reclamo ieri se le coccolava, era commosso: "È vero, siamo tanto riconoscenti a queste ragazze, hanno avuto una grandissima testa, siamo felici perché ci siamo andati a riprendere qualcosa che ci saremmo meritati ed era nostro".
Per la cronaca, le azzurre hanno battuto la Francia 30-29 grazie all’ultima stoccata della stessa Santuccio, dopo aver regolato nell’ordine le egiziane (39-26) e in semifinale la Cina (45-24).
"Sono felicissimo per le ragazze, se lo meritavano. Sono stati tre anni veramente fantastici, nella gara individuale le aspettative erano diverse ma ora hanno raccolto quello che meritavano. Sono state anche bravissime a estraniarsi dal contesto, a pensare solo alla pedana e all’avversario", ha detto il ct della spada, Dario Chiadò, pienamente consapevole che la tempesta di polemiche seguita all’argento di Filippo Macchi avrebbe potuto distogliere l’attenzione delle ragazze della spada.
Che invece è storico perché è il primo di sempre per l’Italia nella gara a squadre della spada femminile.
Quanto al fioretto maschile, le polemiche per la medaglia d’oro mancata di Macchi nell’individuale del giorno prima ieri viaggiava ancora sull’onda lunga delle proteste. Non quelle del diretto interessato, che ha dimostrato una calma e una sportività da insegnare nelle scuole, chiudendo il cassetto dei rimpianti per le decisioni degli arbitri asiatici che hanno favorito il vincitore di Hong Kong, Cheung. La Federazione e il Coni hanno presentato reclamo ufficiale, ’benedetto’ ieri dal ministro dello sport Andrea Abodi, tornato a Parigi dove ha incontrato il presidente del Cio Bach. "Io credo che se la forma è quella giusta, fare dei rilievi non è un sacrilegio, l’importante è mantenere tutto con un linguaggio adeguato. Immagino sia stata una protesta ferma ma nel rispetto delle regole dello sport", ha detto Abodi.
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