In pole c’è sempre lnzaghi. Atalanta seconda in griglia. Juve, dipende da Vlahovic

Milan, troppa fiducia in Ibra: rossoneri e Fiorentina dietro al club di De Laurentiis. La stagione della Roma è nei piedi e nell’estro di Dybala. Occhio a Como e Monza.

di LEO -
14 agosto 2024
Atalanta seconda in griglia. Juve, dipende da Vlahovic

Lautaro Martinez, 26 anni, capitano e trascinatore di un’Inter capace di arrivare alla seconda stella nella seconda stagione

Leo

Turrini

Smaltita la sbornia olimpica, noi italiani ci riappropriamo del passatempo tradizionale: il campionato di calcio. In verità, anche se a tanti fa comodo ignorarlo, tra le fasce più giovani l’interesse nei confronti del pallone sta calando. Ma questa è una riflessione socio-culturale da sviluppare in diversa sede.

Dunque, eccoci qui.

Griglia di partenza della nuova serie A. Senza alcuna pretesa di cogliere nel segno. Del resto, i pronostici non li sbaglia solo chi non li fa.

In pole, per dovere istituzionale, ci sta l’Inter detentrice del titolo. Reduce da una stagione dominante, affronta il tabù dell’invecchiamento di uomini cardine (Acerbi, Mikhitaryan, Darmian). Potrebbero calare. Beneamata comunque favorita.

In prima fila l’altro team nerazzurro. L’Atalanta ha trionfato in Europa League, ci ha già provato in Champions, resta un ultimo passo da fare. La perdita di Scamacca è grave, ma rimediabile.

In seconda fila Juventus e Napoli. Su input di John Elkann il duo Giuntoli-Motta sta cambiando tanto. Molto dipenderà da Vlahovic, fin qui incapace di ripagare il maxi investimento. Sotto il Vesuvio Conte è l’enigma avvolto nel mistero. È bravissimo, ma non allena da quasi due anni. In più ha un carattere impossibile. Quanto durerà con il lunatico De Laurentiis?

Terza fila Milan e Fiorentina. Il Diavolo scommette su un cavallo di ritorno in panchina, il portoghese Fonseca. Forse eccessiva la fiducia nelle doti sciamaniche di Ibra dirigente: si suppone fosse più bravo in campo. La Viola invece si è affidata all’ultimo allenatore scelto da Berlusconi, l’ex Monza Palladino. Il Cavaliere aveva enormi difetti, ma di calcio ne capiva davvero.

Quarta fila Bologna e Roma. Ai rossoblu può pesare l’avventura in Champions, l’organico non è profondo. Nell’Urbe De Rossi è legato mani e piedi all’estro e alla salute di Dybala.

Quinta fila Lazio e Monza. Scottato da Sarri, il funambolico Lotito ha scartato pure Tudor. E Baroni non avrà i gol di Immobile. Quanto al Monza, l’eterno Adriano Galliani sogna la colonna di sinistra della classifica. Occhio, perché l’uomo non ha mezze sicure.

Sesta fila il Toro di Vanoli, perennemente in bilico tra dignità e mediocrità, e il Genoa, cui il confino della Samp in B toglie un derby ma fa morale.

Settima fila il Como, la più ricca tra le neopromosse grazie ai soldi di un magnate orientale che sta comprando gente illustre. Accanto ai lariani il Cagliari: il mitico Ranieri è andato in pensione, ma per la Sardegna la serie A è un tratto identitario da conservare.

Nelle ultime tre file, l’Empoli, il Lecce, il Verona, il Parma, l’Udinese e il Venezia, in ordine da definire.

Buon campionato.

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