Maggetti, un oro che vale la storia. Marta spietata nelle gare decisive: "Volevo vincere, è per Gigi Riva»
La sarda batte tutte le rivali disegnando una traiettoria geniale, trionfo azzurro 24 anni dopo il mito Sensini "Prima della finale mi sono commossa perché sapevo che sarei salita sul podio, ora devo metabolizzare".
dall’inviato
Quel vento aveva preso la rincorsa per 24 anni, da Sydney era arrivato fino a Marsiglia passando per la Sardegna, dove tutta un’isola ha spinto Marta Maggetti verso il suo sogno d’oro.
Una vittoria olimpica che eguaglia quella di Alessandra Sensini nel 2000, in mezzo c’è stato anche un argento a Pechino sempre della Sensini, ma quello che ha combinato la Maggetti nelle acque del sud della Francia entra di diritto nella storia del nostro sport. Ed è un premio all’ostinazione di una ragazza che a Tokyo era arrivata quarta dopo essersi autofinanziata con un progetto di raccolta sponsor chiamato ’Ajò’, sì, come l’urlo dei sardi copiato da Aldo, Giovanni e Giacomo.
Ieri però rideva solo la 28enne delle Fiamme Gialle, che dopo qualificazioni attente chiuse al terzo posto è stata spietata nelle gare decisive. Mettendoci anche del genio nella scelta di una traiettoria che ha stupito e affondato le rivali: vittoria con il tempo di 7’38” e sei secondi di vantaggio sull’israeliana Kantor, 31 sulla britannica Watson.
"Per me è stata davvero una bella settimana, ero molto concentrata, volevo questa medaglia, è il sogno di tanti, della mia famiglia, dei ragazzi che mi guardano ogni anno, della squadra. È incredibile. Non è una rivincita per il quarto posto di Tokyo, quella era la mia prima Olimpiade, pensavo solo a fare bene. Questa era una gara diversa, stavolta volevo la medaglia. Mi sono detta: ok, andiamo a prenderci l’oro. Sono partita abbastanza bene poi comunque alla poppa, al primo lato, sono stata dietro le altre però ero vicinissima e ho cercato di attaccare stando più sottovento. Poi ho virato dietro le altre e sono riuscita ad arrivare prima all’altra boa di bolina e poi da lì ho controllato fino alla fine".
Anche se prima aveva sfogato la tensione aggiungendo lacrime al sale del mare: "Sì, mi sono commossa tanto dopo la semifinale perché sapevo che sarei salita sul podio, poi sono riuscita a riconcentrarmi e sono partita carica per prendermi l’oro. Era da tanto tempo che cercavo una medaglia. Devo ancora capire cosa voglia dire questo successo. Per me al momento c’è la grande emozione di avere vinto una regata, importantissima. Devo metabolizzare il tutto, ma voglio ringraziare per questo momento straordinario tutti quelli che mi sono stati vicini. Questa medaglia è per Gigi Riva, è stato un grande per tutta l’Italia e per noi sardi. E un ringraziamento speciale ai miei cari, al Coni, alla Federazione Vela, ai tecnici, alle Fiamme Gialle".
Ci arrivava da campionessa del mondo, un titolo conquistato in Francia, a Brest: in fondo dalla Sardegna non è così lontana, lei che come Oppo è fierissima delle sue origini isolane, lui di Oristano, lei di Cagliari anche se per allenarsi si è spostata sul Lago di Garda.
Ama dipingere e fare foto, fa yoga ed è appassionata di ciclismo, ma prima di salire sulla tavola del destino aveva praticato anche basket, volley e ginnastica artistica.
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