Martinenghi, la nuova era. "A Verona per cambiare. I 50 rana alle Olimpiadi mi farebbero felicissimo»
L’atleta che ha vinto l’oro a Parigi 2024 si è trasferito in Veneto, seguito da Giunta "Voglio tornare competitivo, al Mondiale di quest’anno penserò più avanti. Il trionfo in Francia come vincere al Superenalotto, ma non ero pronto al dopo".

L’atleta che ha vinto l’oro a Parigi 2024 si è trasferito in Veneto, seguito da Giunta "Voglio tornare competitivo, al Mondiale di quest’anno penserò più avanti. Il trionfo in Francia come vincere al Superenalotto, ma non ero pronto al dopo".
Nicolò Martinenghi ha abbracciato il cambiamento, andando a vivere ed allenarsi a Verona, in nome di un solo credo: tornare a divertirsi. L’ha raccontato lui stesso al Mido di Milano: con il suo sponsor tecnico, Arena, è stato testimonial di una nuova linea di eyewear. Dopo l’oro di Parigi si è goduto un po’ di tempo libero, di eventi della Fashion Week e ora vuole solo rimettersi in forma e tornare a essere competitivo.
Come va a Verona? "Mi sta piacendo un sacco, sono soddisfatto, sereno e tranquillo di quello che sto facendo. Qundo cambi tutto hai sempre molte incognite. Quando sono sempre meno capisci che stai facendo il giusto per te in quanto persona, non per lo sportivo, quello adesso passa in secondo piano. Volevo tornare a divertirmi, ad amare il lavoro più bello del mondo, quello dello sportivo. Sono proprio a mio agio, grazie a Matteo Giunta e Giacomo Carini che è un mio carissimo amico e si sta allenando con me. Sono arrivato in punta di piedi e hanno saputo mettermi a mio agio".
Ad allenarti c’è Matteo Giunta. "L’ho sempre conosciuto come allenatore di altri e come amico. È molto autorevole, preciso, sa gestire le varie situazioni: amo questo rapporto di professionalità che si è creato tra me e lui, tanto quanto amo, fuori dalla piscina, la battuta o la cena. Lui ha già vissuto questo percorso con Federica e ha preso in pieno l’impegno, c’è un rapporto di fiducia".
Quando è scattata la voglia di cambiare? "Mi bazzicava in testa da qualche anno, sentivo che la mia “bolla“, la casa che amo, il mio allenatore, il mio preparatore o i miei affetti non mi bastavano. Ho voluto finire questo ciclo olimpico perché sapevo che era la cosa giusta da fare. O lo facevo ora o forse avrei appeso il costume al chiodo, non so bene cosa avrei fatto. Questo desiderio è venuto da dentro, fa parte di quelle cose che non riesci bene a controllare. Cerchi sempre di darti le risposte sui perché, alla fine non è così importante: devi seguire ogni tanto quello che ti senti dentro".
Che cosa succede dopo un oro Olimpico? "È la vincita al Superenalotto, non parlo in termini economici quanto di prestigio. Viviamo queste emozioni forti poche volte, nella vita e nella nostra carriera e non siamo pronti. Siamo preparati dal punto di vista agonistico, ma quando raggiungiamo la medaglia non siamo pronti ad affrontare quello che viene dopo. Nessulo lo insegna, ma è bello perché ognuno lo affronta a modo suo. Io sono subito andata in vacanza, poi ho ripreso la stagione in Coppa del Mondo all’estero e ho cambiato tanto. Queste cose hanno spostato l’attenzione su cosa ho fatto. Ho viaggiato tanto, ho fatto eventi durante la settimana della moda magari, ho fatto cose che avrei sempre voluto fare e ora posso permettermi di farle nel miglior modo possibile e questo è lodevole per come sono fatto io".
Rispetto agli altri anni avete solo il Mondiale e in vista c’è pure l’ipotesi dei 50 rana olimpici... "Ora l’obiettivo principale è tornare a essere competitivo. Non penso al Mondiale o a qualificarmi subito, ma a godermi quello che sto facendo, a tornare ad amare il mio sport, la vita dello sportivo e i sacrifici che fai: se li fai contro voglia, pesano il doppio. Mi concentro su 50 e 100, mi piace costruire le gare. I 50 ti danno la possibilità di essere più longevo, di divertirti leggermente di più, se dovessero aggiungerli sarei felicissimo".
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