"Mi ispiro a Tamberi». Sioli, salto senza limiti: "Questo record è la base per guardare più in alto»
L’atleta milanese è primatista italiano indoor Under 20 dopo il 2,25 a Parma "Gimbo si è complimentato per il record, lui e Barshim sono dei modelli. Stacco e rincorsa i punti da migliorare: questa disciplina è fatta di dettagli".
È stato eletto stella nascente Fidal tra gli uomini: Matteo Sioli non poteva chiedere di meglio a un 2024 concluso con un salto in alto da 2.25, fatto a Parma il 21 dicembre e che gli è valso la migliore prestazione di sempre al coperto per un under 20 italiano. Milanese, tesserato con l’Euroatletica 2002, è tra i beneficiari delle borse di studio del “progetto talento“ ed è iscitto a Scienze della Ristorazione all’Università Statale. Il sogno "banale, lo so", ammette, sono le Olimpiadi, ma non si sbilancia più di tanto in virtù di una sana scaramanzia.
Finisce l’anno con un record... "Sì, abbiamo concluso la stagione, ora ci prepariamo a quella indoor che partirà da Ancona (il 6 gennaio, ndr)".
Si aspettava di fare 2.25? "Più o meno sì: mi sono preparato abbastanza per arrivare pronto a questa gara. Già ad agosto, con il mio allenatore, Felice Delaini, l’avevamo individuata in calendario e abbiamo pensato di provarci. La miglior prestazione indoor di un italiano U20, fino all’anno scorso, era 2.24: 2.25 non era così infattibile. Abbiamo iniziato a lavorare per essere pronti. Ci sono tanto impegno e tanti sacrifici. Solo per fare un esempio, io e il mio allenatore, visto che non abbiamo una pista indoor qui vicino (Sioli è di Paderno Dugnano, ndr) almeno due volte o una a settimana, siamo costretti ad andare Bergamo a saltare. È un sacrificio, come un allenamento in più".
La misura è la terza under 20 di sempre in Italia, al pari di Gianmarco Tamberi che la saltò da junior. L’ha sentito? "Sì, ci siamo conosciuti a settembre e ci siamo visti per la prima volta di persona in gara a Bellinzona. Ci ha fatto i complimenti, sia a me che al mio allenatore, poi mi ha scritto anche per il 2.25. Dà supporto. Gimbo è un modello, guardando al panorama mondiale direi pure Barshim. Inoltre, qui in Italia, stimo molto un mio amico, Edoardo Stronati, l’autore del 2.24 indoor. È molto forte tecnicamente e veloce, mi ispiro molto a lui oltre che a Gimbo".
Quest’anno ha vinto pure l’argento ai Mondiali di Lima. Che voto darebbe al 2024? "Non saprei, ci sono state molta soddisfazione e sacrifici: ci siamo preparati molto bene pure per il Mondiale. Penso che sia una buona base per andare sempre più in alto".
Quali sono gli obiettivi adesso? "Sono molto scaramantico (ride, ndr). Con il mio allenatore abbiamo già in mente i piani e sappiamo cosa fare, ma non lo possiamo dire. Sto lavorando sulla rincorsa e sullo stacco per migliorare i piccoli dettagli che ormai fanno la differenza anche solo in un salto. Poi per la gestione dipende, dove non ho da perdere ho meno tensione".
Da quanto fa atletica, come ha iniziato con l’alto? "Da circa una dozzina di anni, quando si è piccoli si fanno tutte le specialità. Ho fatto la prima gara categoria ragazzo facendo 1.40, un risultato discreto. Da lì ho iniziato piano piano a fare 2-3 gare all’anno per poi arrivare alla categoria allievi, iniziando a specializzarmi nell’ alto. Quando si è piccoli e si va bene si dice “bello, mi piace“, ma crescendo ho iniziato ad apprezzare le sensazioni della gara, il fatto che tutto dipende da un salto".
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