Montella, talento cresciuto a pane e velocità "Voglio lottare per il titolo. Poi la Superbike"

Il pilota salernitano del Team Barni è tra i top rider del SuperSport300. Il segreto? Il sostegno del papà fornaio Mario, sempre al suo fianco .

di RICCARDO GALLI -
24 luglio 2024
Montella, talento cresciuto a pane e velocità  "Voglio lottare per il titolo. Poi la Superbike"

Yari Montella, 24 anni, festeggia. assieme a papà Mario (alla sua destra)

Yari Montella ha il sorriso giovane del ragazzo per bene. Per bene ma con una grinta da spaccare il mondo. Montella è fra i top rider del SuperSport300, la gemella intrigante e spettacolare del Mondiale Superbike, e la storia di Yari si sfoglia velocemente come un bel romanzo. Partenza in salita, dal sacrificio di una famiglia (di Salerno) rimasta sempre con i piedi per terra, presente eccitante in sella a una Ducati, nel team Barni, marchiato Maroil-Bardahl e un futuro che potrebbe chiamarsi Mondiale, in Sbk o chissà come.

Montella, come ci si sente ad avere sull’orizzonte ambizioni e successi?

"Direi bene, assolutamente. Ma io a questo non ci penso. Sono fatto così. Guardo al presente, voglio ottenere il massimo dal presente, poi arriverà il futuro".

Ok, andiamo per ordine: la sua stagione in SuperSport dice che...

"Stiamo andando bene. E il mio obiettivo è quello di lottare per il titolo 2024".

Motivato, orgoglioso: lei come si definirebbe?

"Io preferisco dire che sono cresciuto molto. Sono cambiato rispetto a qualche tempo fa. Diciamo che la concentrazione, adesso, è quella che un pilota deve avere sempre. E io l’ho raggiunta. Mi sta seguendo uno psicologo. Mi ha aiutato a cancellare carenze che avevo prima".

Psicologo e famiglia: questi gli ingredienti per mettersi nella scia di Rossi o Marquez?

"Mio padre, Mario fa il fornaio. E’ un lavoro duro. Duro ma bello. Mi segue, segue le mie gare quando può e vi assicuro che non è facile mettere insieme le sue giornate al forno con l’organizzazione di una gara che si corre magari a mille chilometri di distanza".

Babbo Mario la segue nelle tappe della stagione?

"Sì. Quando riesce è sempre con me. Quando non può conto sull’aiuto di mio fratello, Jacopo. Del resto... la passione per le moto me l’ha trasmessa proprio, mio padre".

Anche lui... corridore e sognatore?

"Avevo otto anni quando ho iniziato ad andare alle gare con lui. Io l’aiutavo a coprire le gomme, mettere la benzina. Mi divertivo. Prendevo la sua passione, senza dimenticare che la vita ’vera’ era quella del lavoro al forno".

Poi?

"Ho iniziato a girare un pochino anche io. Con lui. Sono salito una Honda NSF 100 e a 13 anni mi sono ritrovato iscritto al campionato Italiano Sport Production. La mia prima gara? A Misano. E lì ho capito che il mondo sarebbero state le corse".

Fino a dove?

"Vorrei fare il Mondiale Superbike, il prossimo anno e con il team Barni. Poi si vedrà".

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