Nuoto Artistico, Giorgio Minisini si ritira: “Questo sport mi ha fatto male, ora basta"
Il pluricampione dice addio alla disciplina, l’ultima gara ai Campionati Italiani al Foro Italico, “Non provo più soddisfazione nuotando”
I Campionati Italiani Assoluti di Roma saranno l’ultima gara agonistica di Giorgio Minisini, autentico mostro sacro del nuoto artistico a livello internazionale. Seppur ventisettenne, l’atleta delle Fiamme Oro ha annunciato il ritiro, spiegando le sue motivazioni che affondano le radici proprio nella passione che l’ha spinto a cimentarsi in questo sport e a lottare per l’apertura di questa disciplina. “Mi sono trovato a domandarmi cosa abbia significato per me il nuoto artistico nelle stagioni passate. E le risposte che ho trovato sono abbastanza chiare, Io non sono stato bene in questi ultimi anni. Non è una novità. E la ragione del mio malessere sta quasi tutta in questo sport. Ho iniziato a nuotare perché farlo mi faceva sentire vivo: era una cosa divertente. È diventata una missione quando buona parte del mio mondo si è messa contro questo gioco, e senza accorgermene, stagione dopo stagione, la missione si è trasformata in ossessione. Sono anni che non provo più soddisfazione nel fare questo sport”. Minisini ha un palmares incredibile: in quattro edizioni iridate si è messo al collo 3 ori, 3 argenti e 2 bronzi nel duo misto (con Manila Flamini, Mariangela Perrupato e Lucrezia Ruggiero) tra i Mondiali di Kazan 2015 e Budapest 2022, senza contare 3 ori, 5 argenti e un bronzo a livello europeo.
"Non voglio più barattare il mio benessere per un'ossessione. Mi sono fatto tanto male per questo sport e adesso semplicemente non sono più disposto a farlo” - ha raccontato, spiegando anche che le ragioni del ritiro non sono dovute alla mancata convocazione per Parigi 2024 - L'esclusione dalle Olimpiadi non ha avuto alcun impatto nella scelta. Se avessi fatto l'Olimpiade magari non mi sarei fatto certe domande e sarei arrivato a questo stesso punto chissà quando e soffrendoci di più”. Nessun rancore però nei confronti del Direttore Tecnico Patrizia Giallombardo dopo la decisione di non portarlo alle Olimpiadi di Francia: “Mi rendo conto quanto sia stato difficile per lei, perché si prende tutta la responsabilità. Ma lei mi è stata tanto vicino come persona, mentre come atleta mi ha dato quello di cui avevo bisogno. Ci tengo che lei sappia che ha la mia vicinanza”. Minisini però è consapevole che la sofferenza e i sacrifici porteranno i giovani atleti a poter sognare ciò che per lui sembrava solo un’utopia: “Pensare che oggi un bambino possa andare alle Olimpiadi mi riempie di orgoglio, perché a me da piccolo non era permesso sognarlo. Ho tenuto per me questo malessere perché sapevo di essere un esempio per tanti ragazzini che avevano bisogno di un esempio positivo”.
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