Papà Raffaeli "Sofia? Ha sempre scelto lei"

La campionessa di Chiaravalle punta oggi al podio nell’All Around. Il padre Gianni: "I sacrifici non sono mai stati un peso" .

di DORIANO RABOTTI -
9 agosto 2024
Papà Raffaeli "Sofia? Ha sempre scelto lei"

Sofia Raffaeli,20 anni, prima italiana a vincere un oro individuale ai Campionati del Mondo. Nel tondo papà Gianni

dall’inviato

Come si cresce una campionessa in famiglia? Lasciandola libera di volare, senza intromettersi, senza pressioni. Gianni Raffaeli, papà di Sofia, si ritrova oggi a Parigi in una posizione che molti invidierebbero: a 20 anni sua figlia sta per dare l’assalto alle Olimpiadi, e senza esagerare si può dire che ha tutte le carte in regola per puntare al podio, nelle finali di oggi pomeriggio nell’All Around dalle 14.30: ieri nelle qualificazioni è stata la migliore, entra anche Milena Baldassarri.

Non è scaramanzia, è proprio impermeabilità agli eccessi dello sport. Una tranquillità che andrebbe portata nelle scuole e insegnata. Leggere per credere.

Signor Raffaeli, come avete fatto ad aiutare un fiore come Sofia a sbocciare?

"Onestamente noi abbiamo vissuto sempre la cosa in maniera abbastanza tranquilla, come famiglia. Ci ha aiutato il fatto di vivere in un paese piccolo, a misura d’uomo, come Chiaravalle. Sofia si è dovuta spostare per gli allenamenti, per molti anni ha fatto la pendolare con il nonno che la accompagnava a Fabriano. Abbiamo fatto sacrifici, ma abbiamo anche vissuto la sua crescita in famiglia, senza grossi scossoni".

Il fratello Pietro fa scherma a Jesi, ma voi non siete sportivi. Come è nata la passione di Sofia per la ginnastica ritmica?

"Ha iniziato molto presto, però non ha mai guardato i risultati che venivano. Fin da piccola tutto il suo lavoro è stato sempre mirato alla crescita tecnica, a lunga scadenza. Dobbiamo ringraziare le allenatrici che ha avuto, che comunque hanno creduto in lei sin da piccola programmando una crescita per il futuro, non solo per il momento".

Non avete spinto neanche quando era chiaro che era brava?

"No, mai. Sicuramente non abbiamo mai influito sulle scelte tecniche degli allenatori, e in generale ha scelto sempre lei liberamente. Io faccio l’architetto, mia moglie è professore universitario di ingegneria meccanica. Il fatto che Sofia abbia intrapreso questa carriera è una cosa atipica per la famiglia, non abbiamo mai seguito molto lo sport".

Beh, però l’avete assecondata nelle scelte.

"Lei sin da piccola ha avuto queste caratteristiche naturali molto accentuate, poi ha avuto la fortuna di incontrare un allenatore di ottimo livello che ha capito subito le sue doti. Chiaro che questa predisposizione non sarebbe bastata da sola, gran parte del merito dipende da Sofia, dalla sua determinazione, dalla sua mania della perfezione".

Avrà fatto molte rinunce. Mai avuto il timore che perdesse anni della giovinezza per lo sport?

"No. Chiaramente ha condotto una vita atipica rispetto a tutte le sue coetanee, però lei l’ha vissuta sempre in maniera molto tranquilla, anzi. Dovevamo frenarla noi: veniva a casa dopo 8-9 ore di allenamento e iniziava subito ad usare la pedana che abbiamo in casa, dopo cena. Era ossessionata, i sacrifici non sono mai stati un peso".

Come è crescere una figlia famosa in un mondo come quello di oggi, con i social?

"Nessuno di noi è particolarmente attratto dai social. Lei segue solo le cose indispensabili, per fortuna è rimasta abbastanza incontaminata. Sembra una persona d’altri tempi".

Ma sarete agitati un po’ almeno voi, alle Olimpiadi?

"Io sono abbastanza tranquillo, non siamo molto espansivi. Di sicuro la stiamo vivendo con più ansia di Sofia, sono contento di averla vista tranquilla subito. È serena, in un anno che era iniziato in maniera molto difficile per lei, con il cambio di allenatrice. Al di là dei risultati, per Sofia è un grande traguardo essere arrivata qui e aver dimostrato di poter competere con le migliori".

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