Dire basta a 24 anni: la regina del pattinaggio artistico vince tutto e si ritira. "C’è troppa pressione"

La bolognese Rebecca Tarlazzi dopo il 16esimo oro: adesso mi riprendo la mia vita. "Soffro di attacchi di panico, dura stare sempre al centro dell’attenzione"

di ALESSANDRO GALLO -
2 ottobre 2023
La campionessa Rebecca Tarlazzi

La campionessa Rebecca Tarlazzi

Bologna, 3 ottobre 2023 – “Sedici volte sul tetto del mondo, ma ora è finita. Vediamo cosa farò. Intanto mi riprendo la mia vita, anche se ho bisogno di forti emozioni".

Rebecca Tarlazzi, per tutti Rebby, ha 24 anni e ha appena scritto la storia del pattinaggio artistico, mettendo in fila un record dopo l’altro. Sedici volte campionessa del mondo (10 volte in coppia, prima con Alessandro Amadesi, poi con Luca Lucaroni), 7 volte regina d’Europa e due volte oro ai World Games. Nessuno come lei. Sempre oro, sempre prima a livello internazionale. Il primo mondiale nel 2012, in Nuova Zelanda. Aveva 13 anni.

Come sta, Rebby?

"Bene. Prima avevo il primato di 15 titoli mondiali in coabitazione con due icone del calibro di Tanja Romano e Debora Sbei. Adesso ci sono solo io. E ancora non ci credo".

Perché smette? È ancora giovane...

"Perché bisogna lasciare spazio alle giovani generazioni, perché non bisogna tirare troppo la corda".

Lei, però, ha raccontato di aver sofferto di attacchi di panico.

"Ne soffro ancora. Anche se li gestisco meglio. Essere sempre al centro dell’attenzione, non è semplice. Anche perché poi, una volta in gara, c’è la pressione di confermarsi ai vertici. Ci si aspetta molto, mi aspetto molto da me. E allora si complica tutto".

Ieri Tania Cagnotto in un’intervista al nostro giornale ha detto: «Ho smesso perché non sopporto più lo stress». I suoi attacchi di panico sono in qualche modo riconducibili alla decisione di smettere?

"No. Ma adesso sono sempre quella da battere. Sento un po’ di odio sportivo nei miei confronti. Resterò, però, nel mondo del pattinaggio".

Con quale ruolo?

"Intanto se qualcuno mi inviterà, farò delle esibizioni. Poi continuerò ad allenarmi, perché il pattinaggio è la mia vita. Poi vorrei allenare".

Ha seguito la vicenda delle Farfalle, con relativi ‘eccessi di affetto’?

"Sì".

Che idea si è fatta?

"Se si vuole restare al vertice, i sacrifici vanno fatti. Ma ci sono limiti che non vanno superati. Mai. Il rispetto dell’individuo è alla base di tutto. Qualcosa di simile, sul discorso peso, mi era successo agli inizi. Mi allenavo fuori Bologna. Poi, visto l’andazzo, per fortuna, ho preso altre strade. Felice di averlo fatto".

E adesso?

"Vado in vacanza. Ibiza, con tre amiche e un amico. Non voglio pensare per un po’. Godermi la giornata".

Possibili ripensamenti o è davvero tutto finito?

"Sì, basta. Volevo smettere già all’inizio dell’anno. Poi sono tornata perché mi mancava qualcosa. Mi sono goduta il pattinaggio e il piacere di allenarmi come non mai. Magari lo avessi fatto fin dall’inizio avrei apprezzato tutto di più. Ma sono felice di quello che ho combinato in tutti questi anni, anche se sono ancora giovane. Non ho rimpianti: ora, però, è davvero finita".

Obiettivi futuri?

"Dio mi ha dato un dono, bellissimo: il talento nel pattinaggio. Vorrei in qualche modo trasmetterlo alle generazioni future. Spero di poter allenare".

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